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    Milik racconta la rapina: 'Mi sono trovato una pistola puntata in faccia'

    Milik racconta la rapina: 'Mi sono trovato una pistola puntata in faccia'

    Il Mattino svela i retroscena della rapina ai danni di Arek Milik. Nel territorio del Comune di Giugliano, lungo un tragitto poco illuminato e a quell'ora semideserto. Mezz'ora prima Milik ha varcato i cancelli di uscita del San Paolo a bordo della sua Audi Q5 nera; al volante c'è la sua fidanzata Jessica, lui siede sul lato anteriore destro. Prima di riuscire ad azionare il telecomando di apertura del cancello elettrico di casa, ecco spuntare dal buio due uomini. Viaggiano su uno scooterone, e il soggetto che siede alle spalle del conducente impugna già un'arma. Una pistola. La canna viene puntata al volto del polacco. «Non so indicare né il modello né il numero di targa - riferirà il calciatore formalizzando ieri mattina la sua denuncia ai carabinieri della stazione di Varcaturo - Entrambi erano travisati, avevano i caschi integrali calati sul volto». Arek intuisce subito che i due puntano a rapinargli il Rolex Daytona in oro e diamanti che indossa al polso sinistro, del valore di oltre 27mila euro. «Quello con la pistola - prosegue Milik - ha battuto con il calcio della pistola sul finestrino chiuso e senza profferire una sola parola mi ha indicato di consegnare l'orologio. A quel punto ho consegnato l'orologio, che non era assicurato. Vista la rapidità dell'azione non sono in grado di riferire nulla circa i connotati fisici dei due aggressori. Non credo che i rapinatori mi abbiano seguito, ritengo invece che mi stessero aspettando nei pressi della mia abitazione, essendo noto che ieri sera avrei giocato la partita di Champions».

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