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    Italia femminile, il ct Milena Bertolini a CM: 'Faremo un gran Mondiale'

    Italia femminile, il ct Milena Bertolini a CM: 'Faremo un gran Mondiale'

    • Giancarlo Padovan
    Milena Bertolini, c.t. della Nazionale femminile dalla fine di agosto 2017, sta cambiando il calcio delle donne. Ha vinto tutte le partite di qualificazione al Mondiale, tranne una, con il Belgio, ad obiettivo già raggiunto. Ha portato in finale l’Italia al prestigioso torneo di Cipro - mai accaduto prima - perdendo solo con la Spagna. Ha battuto in amichevole la Svezia, una delle storiche potenze europee anche se, sempre in amichevole, è stata sconfitta dalla Germania pur avendo rimontato da 0-2 a 2-2 alla fine del primo tempo. A giugno dell’anno prossimo l’Italia sarà al Mondiale di Francia dove sfiderà Brasile, Australia e Giamaica. Obiettivo obbligatorio: passare il primo turno (si qualificano anche le tre migliori terze di sei gironi) e poi vedere l’effetto che fa.

    Conosco Milena da vent’anni, era un difensore che una volta si sarebbe definito roccioso, con ottimo senso dell’anticipo. Da allenatore, però, ha fatto e sta facendo molto meglio: più volte premiata con la Panchina d’Oro del femminile, in quattordici stagioni di Serie A ha vinto tutto (scudetti, coppe, supercoppe) anche se la Coppa Italia conquistata con la Reggiana è stata forse l’impresa più significativa, perché realizzata contro una corazzata di allora (la Torres di Sassari), con mezzi tecnici ed economici ridotti (tante giovani, pochi soldi) e dieci contro undici in finale.

    Milena, qual è il sistema di gioco con cui fai giocare l’Italia?
    “Non ne ho uno in particolare. Ma disponendo di tanti attaccanti forti schiero sempre due punte. A volte gioco con tre centrocampisti. In linea di massima direi due punte e la difesa a quattro, quindi 4-4-2.  Ma abbiamo fatto anche il 4-2-3-1 e una volta, nella partita contro il Portogallo, la difesa a tre. Potrebbe essere una variante importante. Anche se quella volta mi sono ritrovata con 15 ragazze colpite da un virus. Le ho contate e le ho schierate così perché era l’unica possibilità”.

    Cosa bisogna fare per disputare un buon Mondiale?
    “Un passo in avanti nel rendimento complessivo perché al Mondiale il livello è più alto. Quel che abbiamo realizzato nelle qualificazioni non è sufficiente, dobbiamo dare di più. Le nazionali che affronteremo sono più forti di quelle che abbiamo battuto”.

    Il girone dice Brasile, Australia, Giamaica e Italia.
    “Il Brasile è la squadra migliore e noi non l’abbiamo mai incontrata. L’Australia, anche questa sarà una novità, è una nazionale con tanta fisicità. Non conosco la Giamaica, ma anche loro saranno forti fisicamente, lo dice la storia di quel Paese”.

    Dopo il sorteggio hai detto: “Vi stupiremo”.
    “Noi vogliamo andare là per fare bene, non si parla di vittoria, ma speriamo di arrivare il più avanti possibile, cercando di fare il massimo. Intanto passare il girone”.

    Hai già un’idea del gruppo da portare in Francia?
    “Lavoriamo su un’ossatura di 45-50 ragazze, ci alleniamo insieme all’under 23 e monitoriamo molte giovani che si stanno segnalando. Sarà difficile scegliere le 23 da convocare, perché  potenzialmente sono ben di più”.

    Da chi sei partita?
    “Ho chiamato tutte le convocate dell’Europeo e poi ho fatto degli inserimenti soprattutto in ragione dell’età. Per esempio, Daniela Stracchi non l’ho più convocata, l’ho chiamata e le ho detto il motivo. Però le ho anche chiesto di darmi la sua disponibilità se ne avessi avuto bisogno. Lei ha una certa età (35 anni, n.d.r.), ma è già pronta, non ha bisogno di essere allenata”. 

    Ci sono anche giocatrici infortunate.
    “Intanto sono rientrate Marchitelli e Bergamaschi che si erano fatte male con noi. Aspetto Martina Rosucci (rottura del crociato, n.d.r.) che è una giocatrice importante, ci auguriamo che possa recuperare”.

    Farai molti stage?
    “No, faremo più amichevoli possibili. Due a gennaio, poi il torneo di Cipro, quindi altre due ad ogni data Fifa. Dal 6 maggio, ad un mese esatto dall’inizio del Mondiale, la prima parte del ritiro a Coverciano. La seconda la faremo da qualche altra parte, anche se non è ancora stato deciso dove”.

    Perché tante amichevoli?
    “Penso sia il modo migliore per far crescere tutte e ventitré le convocate dal punto di vista fisico, tattico, emotivo. La partita ti dà un ritmo che in allenamento non sempre è possibile”.

    In che cosa sono cresciute le tue ragazze?
    “Nella preparazione fisica e nell’autostima. Contro le grandi avversarie avevamo spesso avuto un atteggiamento passivo, affidandoci magari al gioco di rimessa. Stiamo cercando di cambiare approccio e di invertire la rotta. Ma ogni tanto il retaggio culturale viene fuori. Contro la Germania, per esempio, in alcuni tratti siamo state troppo remissive”.

    Che cosa devono migliorare le squadre del campionato italiano?
    “L’intensità. Siamo sicuramente cresciuti, ma ancora oggi si vedono partite in cui l’intensità è di 30/40 minuti. Dobbiamo arrivare a 60/80”.

    Cosa chiedi a una tua giocatrice?
    “Qualità, competenza tecnica, che vuol dire profonda conoscenza del calcio, un atteggiamento positivo verso la squadra, lo stare bene con le compagne”.

    Un buon Mondiale sarebbe un grande veicolo per il calcio femminile.
    “Sì, perchè la Nazionale ha un altissimo valore. Lo si vede anche nelle altre discipline come la pallavolo. I risultati creano entusiasmo e l’entusiasmo genera interesse. È un circolo virtuoso”.

    Ti aspetti, dunque, una copertura televisiva sia dell’evento, sia delle partite dell’Italia?
    “Non ho dubbio che ci sarà. E tutti potranno vedere quel che sappiamo fare”.

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