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    Emergenza a Milano, rapinato il figlio di Salvini. E scoppia il caso Beccaria: un pallone da calcio favorisce la maxi evasione

    Emergenza a Milano, rapinato il figlio di Salvini. E scoppia il caso Beccaria: un pallone da calcio favorisce la maxi evasione

    Il figlio del leader leghista Matteo Salvini è stato rapinato per strada a Milano in Via Jacopo Palma. Federico, 19 anni, nella sera di venerdì 23 dicembre è stato minacciato con una bottiglia di vetro rotta da due nordafricani, che gli hanno rubato il telefono cellulare. Arrivato a casa di papà, ha raccontato tutto agli agenti della scorta, che hanno chiamato la questura per chiedere l'intervento delle volanti e della Digos. Il giorno dopo una persona si è presentata in questura e ha consegnato un telefono, dicendo di averlo trovato in un negozio. Ieri, dopo alcuni accertamenti scientifici, la polizia ha restituito il telefono al 19enne. Il sospetto è che sia stato lasciato nel negozio dagli stessi autori del colpo che hanno cercato di nascondere il telefono per andarlo a riprendere in un secondo momento con l'idea di piazzarlo a qualche ricettatore o rivenderlo su qualche sito online. E' possibile che qualcuno li abbia visti e ora, anche grazie ai filmati delle telecamere, gli agenti della Mobile, diretti da Marco Calì, sono sulle loro tracce. 

    Matteo Salvini ha preferito non dare troppo risalto all'accaduto ("A Milano capita a tanti"), invece si è detto "sconcertato" per l'evasione di Natale dal carcere minorile Beccaria. Dove nel pomeriggio di domenica 25 dicembre sono scappati 7 ragazzi tra i 17 e i 19 anni, accusati di reati minori. I quali hanno distratto l'unica guardia che li sorvegliava in cortile chiedendo un pallone per giocare a calcio. Quando l'agente si è allontanato per andare a prendere la palla, i detenuti hanno abbattuto con un calcio un pannello che copre le impalcature del cantiere dei lavori che da più di 16 anni sono in corso nel carcere. Poi sono saliti lungo l'impalcatura e hanno legato delle lenzuola per calarsi, ma si aggrappano in troppi e tutti insieme, così la stoffa si spezza e soltanto uno riesce ad arrivare a terra fuori dalla prigione. Gli altri 6 sono andati di corsa verso un altro angolo del cantiere, dove c'era il campo da calcio, hanno fatto una sorta di scala umana raggiungendo la recinzione, saltando un pannello e una grata per poi calarsi giù nel vuoto verso l'asfalto. Arrivati a terra, sono scappati tutti in direzioni diverse. 
    In 4 sono ancora ricercati dalla polizia: un 19enne pavese, un 18enne italo marocchino, un 17enne marocchino e un coetaneo brianzolo. Dopo la fuga è scattata la protesta degli altri detenuti: fuoco a materassi e masserizie, in cortile e nelle celle. Poi l'intervento dei vigili del fuoco e di agenti di rinforzo ha fatto tornare la situazione alla normalità. 
    Il sindaco di Milano, Beppe Sala attacca il governo: "Non c'è più spazio per chiacchiere o affermazioni generiche di sconcerto. Da quasi 20 anni al Beccaria non c'è un direttore, e ce la si è cavata con dei 'facente funzione'. Da una quindicina d'anni ci sono lavori in corso che non finiscono mai". 

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