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Milanmania: un mercato da 6 tirato
Quando il budget a disposizione è molto vicino allo zero, chiedere a chi si occupa dal mercato colpi in grado di innalzare clamorosamente il valore della rosa è compito arduo. E' un po' quello che accade al Milan e che chiama direttamente in causa Adriano Galliani, che ha rimpolpato la rosa con innesti arrivati da svincolati o attraverso operazioni di prestito con diritto di riscatto, e si è privato con la medesima formula di un paio di calciatori che non rientravano più nei piani tecnici della società. Ma dietro ad alcune di queste operazioni rimane un senso di programmazione lontano dal concetto di grande squadra. Per fare degli esempi, i quasi 4 milioni di euro al netto delle tasse investiti nell'operazione Essien per pagarne solo l'ingaggio sono appena inferiori ai 5 che il Napoli ha messo sul piatto per un centrocampista di qualità assoluta come Jorginho e anche la gestione dell'affare Matri, comprato ad agosto per 11 milioni di euro e regalato in prestito alla Fiorentina 5 mesi dopo, lascia qualche perplessità.
ARRIVI - Il mercato appena conclusosi lascia in eredità un Milan che ha tentato di rinforzarsi in tutti reparti. Per provare a tamponare l'emergenza difensiva è arrivato un centrale esperto e rodato come Rami, che vuole guadagnarsi a suon di prestazioni importanti, come quella contro il Torino, il rinnovo a giugno e che rappresenta ad oggi il partner più affidabile di Zapata nella testa di Seedorf. In mediana, i muscoli e il senso tattico di Essien, se sorretti da una condizione atletica accettabile, sono armi preziosi soprattutto per giocarsela alla pari nell'ottavo di finale di Champions League contro l'Atletico Madrid, alla luce anche delle assenze di Montolivo e Muntari nella gara d'andata. Ma i dubbi sulle reali condizioni del suo ginocchio e lo scarsissimo minutaggio che gli ha concesso Mourinho al Chelsea destano più di un sospetto. Per la qualità, rivolgersi a Keisuke Honda, oggetto del desiderio già ad agosto, ma il braccio di ferro col Cska Mosca ha fatto slittare l'operazione a fine dicembre, quando il Milan ha potuto tesserare il calciatore a parametro zero. Sino a questo momento, il nazionale di Zaccheroni ha palesato qualche problema di adattamento ai ritmi del nostro calcio e probabilmente il modulo scelto dall'allenatore lo penalizza oltremisura. Anche per questa ragione, si è pensato di regalare a Seedorf alternative di qualità nel reparto degli esterni d'attacco, arricchito dalla scommesa Taarabt, chiamato a fare il salto di qualità in una squadra dal blasone ben diverso da quelli di QPR e Fulham.
PARTENZE - L'idea di Galliani e Barbara Berlusconi era quella di avere al termine di gennaio una rosa più snella rispetto a quella composta da 31 elementi nella prima metà di stagione ma, a conti fatti, la missione non è stata portata a termine. Se n'è andato il giovane difensore Vergara e hanno lasciato il Milan, rigorosamente in prestito, Niang (che si sta ritrovando a Montpellier) e Matri. La scelta di puntare su Pazzini come centravanti classico e qualche scoria estiva rispetto alla scelta di Allegri di puntare sull'ex giocatore della Juventus pagandolo a caro prezzo ha partorito l'affrettata decisione di metterlo sul mercato subito dopo l'esonero del livornese, ma l'errore più grosso è stato di rinforzare comunque una diretta rivale per l'Europa favorendola anche sotto il profilo della modalità dell'operazione.
BILANCIO - Come è stato già detto, l'impressione è che i movimenti operati in entrata e in uscita non producano grossi scossoni, in un senso o nell'altro. Il Milan aveva delle lacune prima e le avrà anche adesso. In assenza di investimenti da parte della proprietà, rimane difficile fare miracoli, se non affidarsi alle scommesse. Il voto di questo mercato non può che ballare tra il 5,5 e il 6.
ARRIVI - Il mercato appena conclusosi lascia in eredità un Milan che ha tentato di rinforzarsi in tutti reparti. Per provare a tamponare l'emergenza difensiva è arrivato un centrale esperto e rodato come Rami, che vuole guadagnarsi a suon di prestazioni importanti, come quella contro il Torino, il rinnovo a giugno e che rappresenta ad oggi il partner più affidabile di Zapata nella testa di Seedorf. In mediana, i muscoli e il senso tattico di Essien, se sorretti da una condizione atletica accettabile, sono armi preziosi soprattutto per giocarsela alla pari nell'ottavo di finale di Champions League contro l'Atletico Madrid, alla luce anche delle assenze di Montolivo e Muntari nella gara d'andata. Ma i dubbi sulle reali condizioni del suo ginocchio e lo scarsissimo minutaggio che gli ha concesso Mourinho al Chelsea destano più di un sospetto. Per la qualità, rivolgersi a Keisuke Honda, oggetto del desiderio già ad agosto, ma il braccio di ferro col Cska Mosca ha fatto slittare l'operazione a fine dicembre, quando il Milan ha potuto tesserare il calciatore a parametro zero. Sino a questo momento, il nazionale di Zaccheroni ha palesato qualche problema di adattamento ai ritmi del nostro calcio e probabilmente il modulo scelto dall'allenatore lo penalizza oltremisura. Anche per questa ragione, si è pensato di regalare a Seedorf alternative di qualità nel reparto degli esterni d'attacco, arricchito dalla scommesa Taarabt, chiamato a fare il salto di qualità in una squadra dal blasone ben diverso da quelli di QPR e Fulham.
PARTENZE - L'idea di Galliani e Barbara Berlusconi era quella di avere al termine di gennaio una rosa più snella rispetto a quella composta da 31 elementi nella prima metà di stagione ma, a conti fatti, la missione non è stata portata a termine. Se n'è andato il giovane difensore Vergara e hanno lasciato il Milan, rigorosamente in prestito, Niang (che si sta ritrovando a Montpellier) e Matri. La scelta di puntare su Pazzini come centravanti classico e qualche scoria estiva rispetto alla scelta di Allegri di puntare sull'ex giocatore della Juventus pagandolo a caro prezzo ha partorito l'affrettata decisione di metterlo sul mercato subito dopo l'esonero del livornese, ma l'errore più grosso è stato di rinforzare comunque una diretta rivale per l'Europa favorendola anche sotto il profilo della modalità dell'operazione.
BILANCIO - Come è stato già detto, l'impressione è che i movimenti operati in entrata e in uscita non producano grossi scossoni, in un senso o nell'altro. Il Milan aveva delle lacune prima e le avrà anche adesso. In assenza di investimenti da parte della proprietà, rimane difficile fare miracoli, se non affidarsi alle scommesse. Il voto di questo mercato non può che ballare tra il 5,5 e il 6.