Milanmania: tre idee per lo Scudetto
Niente allarmismi però... E' calcio d'estate d'accordo e i facili entusiasmi per le belle prestazioni in Cina contro Inter e Real Madrid non dovevano alimentare facili entusiasmi, così come i due ko a Monaco di Baviera senza gol all'attivo non devono indurre in depressione anche i più ottimisti. Sinisa Mihajlovic ha però detto una grande verità quando ha parlato di ritmi ancora non all'altezza di delle grandi d'Europa e di errori da correggere in tutti i reparti. Soluzioni da trovare al più presto sul campo dall'allenatore serbo ma anche dalla società attraverso il mercato, che sta per entrare nella sua fase finale e dunque più delicata.
CENTROCAMPO DI DOPPIONI - Sino ad oggi, il club rossonero ha investito 58 milioni di euro per rinforzarsi soprattutto in attacco con gli arrivi di Luiz Adriano e Bacca e di aggiungere qualcosa a centrocampo con l'arrivo di Bertolacci dalla Roma. L'operazione da 20 milioni di euro aveva illuso molti di avere tra le mani il calciatore in grado da solo di trasformare in meglio la mediana, ma la verità è che l'ex genoano è l'ennesima mezzala con grande propensione all'inserimento di cui il Milan già disponeva in ampia quantità, con i vari Poli, Nocerino, Suso e all'occorrenza Honda. Soprattutto, si tratta di un calciatore proveniente da una squadra capace di esaltare il talento dei singoli attraverso meccanismi provati e riprovati con un allenatore come Gasperini che attraverso la costruzione di un gioco offensivo e propositivo ha costruito le proprie fortune. La presenza contemporanea di Montolivo e de Jong è un equivoco tattico che il Milan si porta dietro dalle due stagioni precedenti, quella di avere due registi bassi con caratteristiche differenti ma entrambi incapaci di impostare l'azione dalle retrovie.
SERVE UN PLAYMAKER - L'idea di calcio di Mihajlovic, fondata anche sugli arrivi di Romagnoli in difesa e di Ibrahimovic in avanti, è molto chiara: avere un giocatore in grado di far partire l'azione dalla difesa e un elemento tra centrocampo e attacco in grado di innalzare il tasso di creatività della squadra col suo estro, senza dipendere dalle iniziative dei centrocampisti, chiamati a recuperare palla e a ribaltare il fronte nel più breve tempo possibile. Un gioco, insomma, poco incline alla tradizione storica del Milan, che dal giorno dell'addio di Pirlo ha intrapreso una strada diversa (meno spettacolare) di arrivare al risultato. L'impressione, il sospetto (basato oggi su pochi dati, perchè il calcio d'estate è veritiero fino ad un certo punto di vista) è che una filosofia di gioco basata solo sulle qualità dei singoli non consenta di ambire da subito a grandi traguardi, ma che questo processo possa essere reso più concreto solo dall'arrivo di un grande rinforzo in questo reparto. Non può esserlo Witsel, giocatore di grande impatto fisico e a livello carismatico ma non un costruttore di gioco, lo sarebbero invece tre centrocampisti che, in nome della rinnovata disponibilità dei rossoneri, andrebbero presi ad occhi chiusi: Gundogan del Borussia Dortmund, Adam Maher del PSV Eindhoven o Yuri Tielemans dell'Anderlecht. La nostra proposta è lì sul tavolo, vedremo che qualcuno vorrà raccoglierla.
CENTROCAMPO DI DOPPIONI - Sino ad oggi, il club rossonero ha investito 58 milioni di euro per rinforzarsi soprattutto in attacco con gli arrivi di Luiz Adriano e Bacca e di aggiungere qualcosa a centrocampo con l'arrivo di Bertolacci dalla Roma. L'operazione da 20 milioni di euro aveva illuso molti di avere tra le mani il calciatore in grado da solo di trasformare in meglio la mediana, ma la verità è che l'ex genoano è l'ennesima mezzala con grande propensione all'inserimento di cui il Milan già disponeva in ampia quantità, con i vari Poli, Nocerino, Suso e all'occorrenza Honda. Soprattutto, si tratta di un calciatore proveniente da una squadra capace di esaltare il talento dei singoli attraverso meccanismi provati e riprovati con un allenatore come Gasperini che attraverso la costruzione di un gioco offensivo e propositivo ha costruito le proprie fortune. La presenza contemporanea di Montolivo e de Jong è un equivoco tattico che il Milan si porta dietro dalle due stagioni precedenti, quella di avere due registi bassi con caratteristiche differenti ma entrambi incapaci di impostare l'azione dalle retrovie.
SERVE UN PLAYMAKER - L'idea di calcio di Mihajlovic, fondata anche sugli arrivi di Romagnoli in difesa e di Ibrahimovic in avanti, è molto chiara: avere un giocatore in grado di far partire l'azione dalla difesa e un elemento tra centrocampo e attacco in grado di innalzare il tasso di creatività della squadra col suo estro, senza dipendere dalle iniziative dei centrocampisti, chiamati a recuperare palla e a ribaltare il fronte nel più breve tempo possibile. Un gioco, insomma, poco incline alla tradizione storica del Milan, che dal giorno dell'addio di Pirlo ha intrapreso una strada diversa (meno spettacolare) di arrivare al risultato. L'impressione, il sospetto (basato oggi su pochi dati, perchè il calcio d'estate è veritiero fino ad un certo punto di vista) è che una filosofia di gioco basata solo sulle qualità dei singoli non consenta di ambire da subito a grandi traguardi, ma che questo processo possa essere reso più concreto solo dall'arrivo di un grande rinforzo in questo reparto. Non può esserlo Witsel, giocatore di grande impatto fisico e a livello carismatico ma non un costruttore di gioco, lo sarebbero invece tre centrocampisti che, in nome della rinnovata disponibilità dei rossoneri, andrebbero presi ad occhi chiusi: Gundogan del Borussia Dortmund, Adam Maher del PSV Eindhoven o Yuri Tielemans dell'Anderlecht. La nostra proposta è lì sul tavolo, vedremo che qualcuno vorrà raccoglierla.