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Milanmania: prendere Cerci per non perdere definitivamente la faccia
La beffa è consumata, manca solo l'annuncio definitivo di Juventus e Verona per considerare a tutti gli effetti Juan Iturbe un nuovo giocatore bianconero. Troppo importante la prospettiva di giocare la Champions League e di farlo con una squadra che, ad oggi, può concretamente guardare al futuro con maggiori ambizioni rispetto al Milan. Adriano Galliani ci ha provato fino all'ultimo, sperando che i contatti ripetuti con l'entourage del calciatore, la promessa di fare dell'argentino un punto fermo della formazione rossonera e i buoni rapporti col Verona non sono risultati sufficienti. La strategia dell'ad non può pagare se alla base non c'è un progetto tecnico-economico solido e una pianificazione che permetta di mettere da parte a tempo debito un tesoretto dalle cessioni dei giocatori in esubero (come invece ha dimostrato di saper fare il collega Marotta).
ILLUSIONE LAVEZZI - Perso Iturbe, un giovane che in prospettiva vale tutti i 25 milioni di euro che la Juve sborserà per averlo, il Milan riparte alla ricerca di un attaccante esterno che il niobo allenatore Filippo Inzaghi ha espressamente richiesto, perchè i soli Menez ed El Shaarawy non possono bastare e la sensazione di aver subito un altro smacco da una rivale storica, come in occasione del caso Tevez, è forte. Lavezzi rappresenterebbe l'alternativa di livello internazionale a Iturbe, perchè dimostrerebbe come le ambizioni del club, anche nell'ottica di un pronto ritorno in Champions League, siano rinnovate. Ma i costi dell'operazione sono oggi molto alti per una squadra decisamente attenta ai conti, soprattutto un ingaggio che il Pocho sta trattando al rialzo col Paris Saint Germain e a cifre ben superiore al tetto salariale milanista.
Non resta che Cerci, dunque? Pare proprio di sì, per una serie di combinazioni di mercato che si stanno concretizzando e di deduzioni logiche. Il giocatore del Torino piace tanto anche alla Roma, che però sta valutando delle piste alternative, da quella meno onerosa che porta a Ferreira Carrasco del Monaco alla suggestione Yarmolenko della Dinamo Kiev. Ci sono poi quei rapporti col Torino che il Milan ha consolidato nel tempo (il prestito di Nocerino ai granata è solo l'ultimo esempio) e quella sorta di prelazione strappata a gennaio sul giocatore di Valmontone, quando Galliani provò a strappare il prestito con diritto di riscatto. Non arrivare nemmeno a Cerci (una diminutio, con tutto il rispetto, in relazione agli due nomi) rappresenterebbe l'ennesimo fallimento di un periodo buio che si trascina ormai da anni e dimostrerebbe come il Milan attuale sia uscito di fatto dal novero delle grandi del campionato italiano, un'eventualità che i tifosi e Inzaghi non sopporterebbero.
ILLUSIONE LAVEZZI - Perso Iturbe, un giovane che in prospettiva vale tutti i 25 milioni di euro che la Juve sborserà per averlo, il Milan riparte alla ricerca di un attaccante esterno che il niobo allenatore Filippo Inzaghi ha espressamente richiesto, perchè i soli Menez ed El Shaarawy non possono bastare e la sensazione di aver subito un altro smacco da una rivale storica, come in occasione del caso Tevez, è forte. Lavezzi rappresenterebbe l'alternativa di livello internazionale a Iturbe, perchè dimostrerebbe come le ambizioni del club, anche nell'ottica di un pronto ritorno in Champions League, siano rinnovate. Ma i costi dell'operazione sono oggi molto alti per una squadra decisamente attenta ai conti, soprattutto un ingaggio che il Pocho sta trattando al rialzo col Paris Saint Germain e a cifre ben superiore al tetto salariale milanista.
Non resta che Cerci, dunque? Pare proprio di sì, per una serie di combinazioni di mercato che si stanno concretizzando e di deduzioni logiche. Il giocatore del Torino piace tanto anche alla Roma, che però sta valutando delle piste alternative, da quella meno onerosa che porta a Ferreira Carrasco del Monaco alla suggestione Yarmolenko della Dinamo Kiev. Ci sono poi quei rapporti col Torino che il Milan ha consolidato nel tempo (il prestito di Nocerino ai granata è solo l'ultimo esempio) e quella sorta di prelazione strappata a gennaio sul giocatore di Valmontone, quando Galliani provò a strappare il prestito con diritto di riscatto. Non arrivare nemmeno a Cerci (una diminutio, con tutto il rispetto, in relazione agli due nomi) rappresenterebbe l'ennesimo fallimento di un periodo buio che si trascina ormai da anni e dimostrerebbe come il Milan attuale sia uscito di fatto dal novero delle grandi del campionato italiano, un'eventualità che i tifosi e Inzaghi non sopporterebbero.