In questo immobilismo totale del Milan che perde pezzi peraltro arrugginiti e dei quali non sentiremo la mancanza, ma che è fermo a Lapadula e Vangioni dopo aver di nuovo riappeso alla parete vecchi poster come Matri e Paletta, ci sfugge una cosa tra le tante. Galliani (foto spaziomilan.it) questua pezzi in prestito o lowlowlowcost, colleziona figurine (e qualche figuraccia) che regolarmente gli vengono stracciate sotto al naso - Musacchio è solo l'ultima -, subito dopo riparte come se nulla fosse a spulciare altri convenienti annunci per occasioni sui giornali o a frequentare vecchi amici come l'onnipresente Preziosi. Dove sta il senso di questa miseria di mercato? Quale squadra Berlusconi intende consegnare ai cinesi o a qualsiasi altro candidato acquirente si facesse avanti adesso? (Soprattutto, quale squadra pensa di affidare a Montella...?). Come può il marchio impreziosirsi e il brand valorizzarsi se nel frattempo il campionato, tra due settimane, inizierà con questa armata Brancaleone, qualcun altro in partenza e nessuno in arrivo? Possibile che Berlusconi non abbia più nemmeno voglia di immettere le residue energie in nome non più dell'ambizione, ma almeno del decoro? Nessuna tra le persone che lo circondano sembra capace di avvisarlo, di fargli capire che così davvero non può andare avanti. Ranking, brand, closing, marketing non giocano, non crossano, non dribblano, non segnano: sono semplicemente vocaboli che i tifosi non capiscono. E non sopportano più.