Milanmania: non c'è nessun closing in vista e non hanno il coraggio di dirlo!
Su un terreno sdrucciolevole quanto una pista di bob, la firma slitta di settimana in settimana e Berlusconi non appare affatto intenzionato a consegnare ai cinesi (o magari semplicemente a Montella) una squadra se non competitiva, almeno decorosa. Anzi, il Milan perde i pezzi - il che, vedi Balotelli e Menez, non è peraltro un male - senza però sostituirli. Club, manager e giocatori che contano sono off-limits, si va soltanto al mercatino delle cianfrusaglie perché il 188° uomo più ricco del mondo ha detto stop alle spese. Le sue condizioni di salute, le pressioni della famiglia e di Fininvest, i problemi di Mediaset che ha chiuso il primo semestre con 27,8 milioni di euro con Premium in rosso di 37,1 milioni, rendono la questione Milan ancora più inquietante.
In questo scenario sempre più incerto e desolante, si è inserita la contestazione della Curva Sud ad Arcore, con effetti nulli dato che il colloquio di una ventina di minuti tra una delegazione dei tifosi e il portavoce del proprietario ha sortito come titolo: "Bisogna avere pazienza". Sui social, sono in molti a sostenere forme di contestazione assai più drastiche, come disertare l'ufficio abbonamenti e in seguito San Siro, ma l'amore per il pallone e per i colori fa sì che l'iniziativa non sia destinata ad estendersi.
Le questioni di campo appaiono persino più lontano rispetto a dove si trovi la squadra in tournée: Montella deve persino fare i conti con le assenze degli unici due innesti effettuati fino ad oggi, Vangioni e Lapadula, limitandosi a strizzare i panni di famiglia. Non era difficile, come abiamo scritto un mese fa, ipotizzare che il tecnico dovesse forzatamente lavorare sul minimo di potenziale qualità attualmente a sua disposizione, esperimento in corso d'opera con Niang e Bertolacci in primis.