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  • Milanmania: Mihajlovic, meglio tacere! Il suo Milan offriva spettacoli indegni

    Milanmania: Mihajlovic, meglio tacere! Il suo Milan offriva spettacoli indegni

    • Luca Serafini
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    Sinisa Mihajlovic non conosce l'autocritica. Il fallimento al Milan, secondo le sue recenti esternazioni, è colpa di Berlusconi "miglior presidente di calcio per 29 anni, io sono arrivato al 30esimo". Colpa di Berlusconi il modulo di inizio stagione, secondo Mihajlovic, il quale invece si arroga i meriti per l'acquisto di Romagnoli e il lancio di Donnarumma

    Mihajlovic sembra fosse approdato a Milanello dal pianeta Papalla, dove nessuno sapeva delle intrusioni presidenziali nelle questioni di spogliatoio e nessuno si era allenato a esorcizzarle facendo di testa propria. Cosa che Sinisa dice di aver fatto dopo 7 giornate di campionato. Ora, sarebbe sufficiente tornare a vedere cosa è accaduto nella passata stagione dall'8a giornata di campionato a quella del suo esonero, un esonero - gli diamo atto - incomprensibile e cervellotico. Perché tardivo. E dunque a quel punto inutile e controproducente. 

    Nel giorno del suo esonero, ricorda Sinisa, il Milan era "in Europa League e in finale di Coppa Italia".  

    Non dice che annaspava. Non dice che ci si aspettava da lui una squadra con personalità e carattere. Non dice che ci si aspettava da lui (benissimo, anche dall'8a giornata in poi) un'identità di gioco e di organizzazione. Non dice che il Milan offriva spettacoli indegni ottenendo risultati modestissimi. Non dice che qualche colpa l'ha avuta - eccome - anche lui. Che non fosse una scelta di Berlusconi, lo sanno anche le pietre. Che il suo esonero sia stato ingiusto tardivo inopportuno grottesco, ripetiamo, gli va dato atto. Che la squadra fosse modestissima tecnicamente e come spessore umano, è noto. Che Berlusconi fosse già da tempo (caro Sinisa) in stato calcisticamente confusionale, lo sapevano anche le pietre. E nonostante questo il tecnico serbo firmò il suo bel contratto fingendo di ignorare tutto questo. Ma che Mihajlovic non sia riuscito a dare nulla e a ottenere ancora meno, è altrettanto assodato. Per questo, dato che il passato non si può né riscrivere né tanto meno cambiare, sarebbe meglio tacere. O quanto meno inserire nel vomito almeno una traccia di mea culpa.

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