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    Milanmania: Mexes e Muntari fuori rosa

    Milanmania: Mexes e Muntari fuori rosa

    Dopo Muntari, Mexes. E meno male che a luglio, nei primi giorni di raduno, Filippo Inzaghi aveva giurato che con lui non si sarebbero più visti atteggiamenti sopra le righe in campo e fuori e che avrebbe fatto ritorno il famoso stile Milan. Insomma, era tutta colpa di Allegri e Seedorf... Peccato che i fatti abbiamo presto spazzato via gli slogan di cui in via Aldo Rossi e in quel di Milanello ultimamente ci si riempie la bocca, a vanvera; con quella del difensore francese salgono a 7 le espulsioni dei giocatori rossoneri in stagione, come nessuna altra squadra in campionato. Condizione atletica approssimativa, che ti porta ad arrivare sempre in ritardo sul pallone, ma anche un nervosismo palpabile, affiorato in maniera ancora più evidente quando i risultati hanno cominciato a non arrivare più.

    MEXES, UN FLOP DA 4 MILIONI - Il vero problema è che una volta una società come il Milan avrebbe prevenuto situazioni di questo, nel senso che gente come Mexes e Muntari, calciatori dal temperamento fumantino (per usare come eufemismo) e di qualità tutt'altro che eccelsa (anche qui per toccarla piano), non avrebbero mai avuto la possibilità di mettere piede. 16 espulsioni e 43 giornate di squalifica nel poco invidiabile palmarès dell'ex centrale della Roma, pagato 4 milioni di euro netti a stagione per ingaggiarlo a parametro zero nell'estate 2011  e sicuro partente a giugno; rendimento altalenante e scene di isteria che lo hanno spesso accompagnato nel corso della carriera hanno fatto il resto. E le scuse pubbliche davanti alle telecamere pretese da Galliani non cambiano la sostanza perchè, al di là della maxi squalifica che è alle porte, è l'immagine del Milan ad esserne uscita danneggiata, con la scenata post-cartellino rosso non degne di un club così importante.

    FOLLIA MUNTARI - Muntari probabilmente ha segnato in maniera irrimediabile il suo futuro con la plateale protesta nei confronti di Inzaghi al momento della sostituzione nella sfida contro il Torino, dopo essersi reso protagonista in campo dei soliti sciocchi interventi che rischiavano di lasciare la squadra in 9 dopo l'allontanamento di De Sciglio. Anche in questo caso, siamo di fronte a comportamenti recidivi ai quali nemmeno la dirigenza rossonera ha saputo porre un freno; quella stessa dirigenza che, per motivi ancora ignoti, ha pensato bene la scorsa estate di prolungarli fino al 2016 un contratto da quasi 3 milioni netti che sarebbe scaduto la prossima estate. L'attuale crisi del Milan si può spiegare anche così, ma un rimedio, per quanto tardivo, ci sarebbe: si abbia il coraggio di mettere fuori rosa fino al termine della stagione questi due giocatori per dare un segnale tangibile a tutti (giocatori in primis) che la musica è destinata a cambiare e che dall'anno prossimo si possa realmente ripartire da zero con premesse migliori.
     

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