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Milanmania: la scelta di Pioli che ha creato difficoltà. Attenzione, perché ora si gioca il calcio dei grandi
Che cosa rimane della sfida di Anfield? Partiamo dagli aspetti positivi, morali e tecnici. Innanzitutto la squadra ha evidenziato quel forte spirito, quel ben conosciuto attaccamento alla maglia, quella unione di gruppo che le ha permesso di superare i momenti piu’ delicati anche nella scorsa stagione. Giocare queste partite ad altissima intensità contro i top club europei, soffrendo senza sfigurare, può poi essere molto allenante sia in vista delle sfide in campionato che in attesa degli impegni contro Atletico Madrid e Porto, squadre complicate ma dai ritmi più bassi.
Le prestazioni di Maignan e Diaz, in attesa di Messias, stanno intanto definitivamente allontanando le ombre di Donnarumma, per ora mesto in panchina, e di Calhanoglu, che leggendo le pagelle dei colleghi, non supera il sei scarso. Le problematiche sono legate a una logica scarsa esperienza di molti componenti del gruppo a sfide dove velocità e ritmo devono conciliarsi con l’alto livello tecnico delle giocate. Inoltre reggere l’urto della fisicità e della aggressività del Liverpool, con i leggeri Diaz, Saelemaekers e Bennacer, insieme in campo, ha forse creato difficoltà alla manovra, in ambedue le fasi. Sono correzioni che il tecnico rossonero deve apporre in futuro per il necessario salto di qualità del gruppo.
La prossima tappa è Torino, contro una Juventus che ha trovato una salutare boccata d’ossigeno nella trasferta europea a Malmoe. Tante le incognite legate al momento di una Juventus in costruzione e alle risposte psicofische dei giocatori milanisti dopo il durissimo impegno in Coppa. Stefano Pioli deve essere bravo nel ricorrere a un intelligente turn-over perché ora comincia la prima fase difficile e complicata della stagione. Campionato e Champions League, senza un attimo di respiro. E’ questo il calcio dei grandi, bellezza!