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Milanmania: questa squadra è scarsa
Altro che filotto, altro che serie di risultati consecutivi per avvicinare la zona Champions League prima della sosta, in attesa dei regali di Babbo Natale per rendere ancora più competitiva la rosa. Chi si era illuso che il rotondo successo sulla Sampdoria rappresentasse l'ennesima occasione di svolta, avrà probabilmente visto svanire questo sogno già nel corso del pomeriggio di ieri, quando il Sassuolo di Di Francesco frantumava i blucerchiati di Montella con irrisoria facilità, ridimensionando l'"impresa" di 7 giorni fa degli uomini di Mihajlovic.
MANCA LA TECNICA DI BASE - Ma che la trasferta di Modena con la neopromossa Carpi potesse trasformarsi nell'ennesima domenica di passione, questo nemmeno i più pessimisti potevano immaginarlo. Un'esibizione di rara pochezza che, unita al complicato superamento del turno di Coppa Italia contro un Crotone infarcito di seconde linee, ha finito per esaurire il residuo di pazienza ancora a disposizione della gran parte dei sostenitori rossoneri. Non siamo ancora a metà stagione, eppure sembra di poter prevedere la trama di un film già visto negli ultimi due campionati. Milan sovrastato atleticamente da quasi tutti gli avversari e soprattutto incapace di proporre un gioco degno di questo nome. Se a Mihajlovic può essere riconosciuto il merito di aver restituito una parvenza di compattezza difensiva, è semplicemente sconfortante assistere ad esibizioni come quelle di ieri, con una serie di errori di tecnica di base che in Serie A non si dovrebbero vedere.
GIOCATORI NON ALL'ALTEZZA - Il Milan è la seconda squadra per monte stipendi del nostro campionato con circa 101 milioni di euro investiti, tutta la rosa del Carpi arriva a malapena a guadagnare un decimo di questa somma, eppure la differenza in campo non si vede. Mentre la critica continua ad interrogarsi sulle scelte dell'allenatore e dei suoi rapporti col presidente Berlusconi, nessuno sembra aver il coraggio di esprimere un giudizio chiaro e preciso sul valore tecnico dei giocatori a disposizione. Le pesanti dichiarazioni di Paolo Maldini contro l'operato di Galliani, a cui hanno fatto seguito quelle di altri ex illustri come Boban e Costacurta, continuano a non trovare alcun tipo di replica. Nascondersi dietro i limiti di personalità di questo o quel giocatore serve a poco, in quanto nelle analisi di molti osservatori ci si ostina ad aggirare il punto centrale della discussione: il Milan degli ultimi anni è stato costruito attorno ad un nucleo di giocatori non all'altezza di una squadra così importante.
Quando Clarence Seedorf arrivò nel gennaio 2013 per provare a risollevare una squadra ormai alla deriva e senza motivazioni come quella traghettata per metà stagione da Allegri, si rese protagonista di un gesto che lo rese da subito impopolare agli occhi di molti dei sui futuri calciatori, ma che denotava l'onestà intellettuale di un uomo che ha pagato successivamente con l'esonero la sua libertà di pensiero. Tre quarti della rosa che si trovò a dirigere avrebbe dovuto essere tagliata, si lasciò scappare l'olandese, e oggi qualcuno ha ancora il coraggio di contraddirlo? A chi si ostina a ricordare gli oltre 80 milioni di euro spesi nell'ultima finestra di mercato per individuare nell'allenatore l'unico capro espiatorio della situazione di oggi, noi rispondiamo che altrettanti ne serviranno l'anno prossimo per proseguire un processo di rivoluzione, indispensabile per riportare il Milan al livello che gli compete. Sempre che questa sia la volontà di presidente e di chi gli ruota attorno...
MANCA LA TECNICA DI BASE - Ma che la trasferta di Modena con la neopromossa Carpi potesse trasformarsi nell'ennesima domenica di passione, questo nemmeno i più pessimisti potevano immaginarlo. Un'esibizione di rara pochezza che, unita al complicato superamento del turno di Coppa Italia contro un Crotone infarcito di seconde linee, ha finito per esaurire il residuo di pazienza ancora a disposizione della gran parte dei sostenitori rossoneri. Non siamo ancora a metà stagione, eppure sembra di poter prevedere la trama di un film già visto negli ultimi due campionati. Milan sovrastato atleticamente da quasi tutti gli avversari e soprattutto incapace di proporre un gioco degno di questo nome. Se a Mihajlovic può essere riconosciuto il merito di aver restituito una parvenza di compattezza difensiva, è semplicemente sconfortante assistere ad esibizioni come quelle di ieri, con una serie di errori di tecnica di base che in Serie A non si dovrebbero vedere.
GIOCATORI NON ALL'ALTEZZA - Il Milan è la seconda squadra per monte stipendi del nostro campionato con circa 101 milioni di euro investiti, tutta la rosa del Carpi arriva a malapena a guadagnare un decimo di questa somma, eppure la differenza in campo non si vede. Mentre la critica continua ad interrogarsi sulle scelte dell'allenatore e dei suoi rapporti col presidente Berlusconi, nessuno sembra aver il coraggio di esprimere un giudizio chiaro e preciso sul valore tecnico dei giocatori a disposizione. Le pesanti dichiarazioni di Paolo Maldini contro l'operato di Galliani, a cui hanno fatto seguito quelle di altri ex illustri come Boban e Costacurta, continuano a non trovare alcun tipo di replica. Nascondersi dietro i limiti di personalità di questo o quel giocatore serve a poco, in quanto nelle analisi di molti osservatori ci si ostina ad aggirare il punto centrale della discussione: il Milan degli ultimi anni è stato costruito attorno ad un nucleo di giocatori non all'altezza di una squadra così importante.
Quando Clarence Seedorf arrivò nel gennaio 2013 per provare a risollevare una squadra ormai alla deriva e senza motivazioni come quella traghettata per metà stagione da Allegri, si rese protagonista di un gesto che lo rese da subito impopolare agli occhi di molti dei sui futuri calciatori, ma che denotava l'onestà intellettuale di un uomo che ha pagato successivamente con l'esonero la sua libertà di pensiero. Tre quarti della rosa che si trovò a dirigere avrebbe dovuto essere tagliata, si lasciò scappare l'olandese, e oggi qualcuno ha ancora il coraggio di contraddirlo? A chi si ostina a ricordare gli oltre 80 milioni di euro spesi nell'ultima finestra di mercato per individuare nell'allenatore l'unico capro espiatorio della situazione di oggi, noi rispondiamo che altrettanti ne serviranno l'anno prossimo per proseguire un processo di rivoluzione, indispensabile per riportare il Milan al livello che gli compete. Sempre che questa sia la volontà di presidente e di chi gli ruota attorno...