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    Milanmania: l'Europa non è un sogno

    Milanmania: l'Europa non è un sogno

    Facciamo un gioco, perchè il calcio è anche immaginazione e un pizzico di improvvisazione e follia. 9 partite, o finali come le definiscono quegli allenatori alla ricerca a tutti i costi degli stimoli per i propri giocatori, e per questo Milan sgangherato la prospettiva di poter dare ancora un senso alla stagione. Dopo il secondo successo consecutivo in campionato a Palermo, circostanza che mancava dallo scorso ottobre, così come la vittoria lontana da San Siro, per la squadra di Filippo Inzaghi un piazzamento in Europa League non è più un miraggio. A patto che i rossoneri sappiano trovare per questa volata finale quella continuità assolutamente sconosciuta sino ad oggi.

    Proprio nel momento più difficile dell'intero campionato, il Milan, trascinato dal solito genio ribelle di Jeremy Menez, potrebbe aver trovato quelle energie e quella spensieratezza necessarie per autoconvincersi di poter raggiungere un obiettivo che tuttora ha i contorni della chimera. Sampdoria in casa, derby con l'Inter, poi trasferta a Udinese, Genoa a San Siro, il doppio incrocio pericoloso con Napoli (fuori) e Roma (al Meazza), Sassuolo e Atalanta fuori e Torino tra le mura amiche nelle ultime: è questo il programma che attende gli Inzaghi-boys fino a maggio, con 7 punti di ritardo dal quinto posto (l'ultimo utile per accedere alla prossima Europa League) e 6 dal sesto, che può rappresentare l'ultimo baluardo in caso di vittoria della Coppa Italia di una formazione che si qualificasse alla Champions.

    E' vero, il Milan di quest'anno non ha mai dato garanzie tali da poter credere in un filotto di risultati, ma il recupero di tanti giocatori a lungo frenati dagli infortuni e la loro conseguente freschezza, unita al fatto di affrontare diverse formazioni con obiettivi stagionali già consolidati potrebbe agevolare il compito dei rossoneri. Fondamentali in tal senso lo scontro diretto a San Siro con la Sampdoria di Mihajlovic (proprio uno dei papabili per il dopo Inzaghi) e il derby della settimana dopo contro un'Inter in crisi d'identità possono essere il trampolino di lancio per un finale importante. Tolte le sfide sulla carta fuori portata contro Napoli e Roma (contro cui però il miglior Milan di Inzaghi colse 4 punti su 6 nel girone di andata), le altre sono gare alla portata di un organico che, se guidato con maggiore linearità e sicurezza, avrebbe potuto lottare per i piazzamenti europei già da diverso tempo. In attesa di novità sul fronte societario e tecnico, la primavera inoltrata può rivelarsi più rossa che nera.

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