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Milanmania: Kucka è il nuovo Gattuso
Il Milan operaio plasmato a sua immagine e somiglianza da Sinisa Mihajlovic ha tanti volti, da quello dell'enfant prodige Donnarumma, a gregari come Abate, Antonelli, Honda e colpi a sorpresa come ha saputo rivelarsi Juraj Kucka. Un centrocampista moderno, il classico box to box che tanto piace agli inglesi, magari più di quantità che di qualità, che però sta risultando una delle chiavi di lettura della recente striscia di risultati utili consecutivi, 9, che tengono il Milan aggrappato con le unghie al sogno terzo posto.
DOVEVA ESSERE WITSEL - Eravamo negli ultimi giorni del mercato estivo, quello partito con le illusioni Ibrahimovic, Jackson Martinez e Kondogbia e svilupattosi successivamente con gli arrivi di Bacca, Bertolacci e Romagnoli. Serviva ancora qualcosa per rendere la formazione rossonera completa e ipoteticamente competitiva per le primissime posizioni della classifica, precisamente una mezzala in grado di alternare la fase difensiva ad una spiccata propensione offensiva. Il sogno, destinato poi a rimanere tale, rispondeva al nome di Axel Witsel dello Zenit San Pietroburgo, la realtà si è tramutata in Kucka, arrivato col classico blitz degli ultimi giorni di Galliani, che ha bloccato la cessione dal Genoa al Bursaspor dello slovacco e lo ha regalato a Mihajlovic, nello scetticismo generale.
UN ROSSONERO VERO - Operazione dal bassissimo impatto economico (3 milioni di euro spalmati su due annualità) rivelatasi nel tempo una delle poche intuizioni felici in epoca recente dell'ad del Milan. Giocatore utile, di sostanza, uno di quelli che, anche quando non rende al meglio, esce sempre con la maglia più sudata di tutti gli altri messi assieme. E al popolo rossonero, che ha preso coscienza da tempo che l'epoca del caviale e dello champagne è finita da un pezzo, questi giocatori sono sempre piaciuti all'inverosimile. Con le dovute differenze e proporzioni, ripensate ai Wilkins o agli Hateley di metà anni '80, all'Angelo Colombo o allo stesso Ancelotti di Sacchi, per passare ai Desailly e all'ultimo Gattuso. Gente con caratteristiche e ruoli diversi, ma tutti capaci di interpretare al massimo il sentimento del tifoso del Milan, che impazzisce per le giocate di classe delle sue stelle ma non dimentica mai l'anima profondamente casciavit.
DOVEVA ESSERE WITSEL - Eravamo negli ultimi giorni del mercato estivo, quello partito con le illusioni Ibrahimovic, Jackson Martinez e Kondogbia e svilupattosi successivamente con gli arrivi di Bacca, Bertolacci e Romagnoli. Serviva ancora qualcosa per rendere la formazione rossonera completa e ipoteticamente competitiva per le primissime posizioni della classifica, precisamente una mezzala in grado di alternare la fase difensiva ad una spiccata propensione offensiva. Il sogno, destinato poi a rimanere tale, rispondeva al nome di Axel Witsel dello Zenit San Pietroburgo, la realtà si è tramutata in Kucka, arrivato col classico blitz degli ultimi giorni di Galliani, che ha bloccato la cessione dal Genoa al Bursaspor dello slovacco e lo ha regalato a Mihajlovic, nello scetticismo generale.
UN ROSSONERO VERO - Operazione dal bassissimo impatto economico (3 milioni di euro spalmati su due annualità) rivelatasi nel tempo una delle poche intuizioni felici in epoca recente dell'ad del Milan. Giocatore utile, di sostanza, uno di quelli che, anche quando non rende al meglio, esce sempre con la maglia più sudata di tutti gli altri messi assieme. E al popolo rossonero, che ha preso coscienza da tempo che l'epoca del caviale e dello champagne è finita da un pezzo, questi giocatori sono sempre piaciuti all'inverosimile. Con le dovute differenze e proporzioni, ripensate ai Wilkins o agli Hateley di metà anni '80, all'Angelo Colombo o allo stesso Ancelotti di Sacchi, per passare ai Desailly e all'ultimo Gattuso. Gente con caratteristiche e ruoli diversi, ma tutti capaci di interpretare al massimo il sentimento del tifoso del Milan, che impazzisce per le giocate di classe delle sue stelle ma non dimentica mai l'anima profondamente casciavit.