Milanmania: Kaladze, Janku e la pesantezza degli stipendi
Luca Talotta
La politica del Milan è stata subito chiara: ridimensionamento dei costi, con il tentativo di liberarsi degli stipendi più onerosi e, magari, cercare di incassare affinché la società si possa autofinanziare. Sarà, ma finora la dirigenza non ha fatto una bellissima figura: dopo la cessione di Kakà, ormai passata ma mai digerita dai tifosi, ecco ora le voci su Pato e Thiago Silva, dati per possibili partenti. Oltretutto, a questo, si aggiungono tutti quei giocatori che rifiutano le proposte che arrivano da altre squadre. Il primo era stato Jankulovski, che ai tempi rifiutò l'Inter. Ora il ceco è tornato alla carica, rifiutando la Sampdoria. Senza dimenticare Kaladze, che ha detto no alla Dinamo Kiev. Il motivo? Semplice, lo stipendio elevato che il Milan, nel bene o nel male, deve comunque riconoscergli. Questi giocatori sono un peso sulle casse della società, inutile nasconderlo. Ma Galliani e Braida non possono prendere posizione a riguardo? Ah, già, ma sono gli stessi che vogliono tenere Mancini...