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Milanmania: Inzaghi, basta esperimenti
Un mese di campionato abbondante per scoprire che il Milan di Filippo Inzaghi non ha ancora una fisionomia tattica precisa. Vuoi per gli infortuni che hanno colpito soprattutto il centrocampo, vuoi per una costruzione con poca razionalità della rosa a disposizione del tecnico, in pochi oggi hanno capito quali siano le intenzioni che stanno dietro le scelte di formazione e i cambi tattici anche a gara in corso. In parole povere: il Milan come gioca quest'anno?
QUANTI CAMBIAMENTI - Anche l'ultima gara contro il Chievo ha mostrato una squadra a due volti. Schierata nel primo tempo col 4-3-3 per provare ad esaltare le qualità di Fernando Torres, nella speranza che Honda e Menez recapitassero palloni a profusione per lo spagnolo, nella ripresa Inzaghi ha corretto la formazione, avanzando Bonaventura sulla linea dei trequartisti e sistemando il francese ex PSG nella posizione a lui più congeniale, quella di seconda punta a ridosso del centravanti. Pur dimostrandosi meno equilibrata, la compagine rossonera ha iniziato a creare un numero di palle gol superiore finendo poi per realizzare le due reti che hanno risolto la sfida contro la formazione di Corini. Eppure, se vogliamo ritrovare il Milan più convincente (o meglio, più logico) ed efficace, dobbiamo risalire alle prime due giornate di campionato, quando Menez faceva il finto centravanti e per scelta si lasciava il pallino del gioco in mano all'avversario per colpirlo poi con rapide ripartenze.
BASTA ESPERIMENTI - Solo gli input presidenziali che volevano Torres in campo sempre e comunque hanno indotto l'allenare a prendere in considerazione l'ipotesi di un modulo ancora più spregiudicato, ma durante la sosta Inzaghi è chiamato a prendere una posizione decisa e a terminare il periodo degli esperimenti. I 4 punti persi ad Empoli e Cesena sono incidenti di percorso che, in un campionato particolarmente equilibrato nelle zone di classifica che regalano i piazzamenti europei, non possono essere ripetuti. E che dire del caso El Shaarawy? Prima considerato indispensabile negli schemi e addiriturra motivo ispiratore del 4-3-3 esibito contro Lazio e Parma, per poi essere relegato al ruolo di comprimario. Questo non significa che il Milan possa e debba giocare soltanto in un modo, ma al tecnico piacentino viene chiesto di lasciare un'impronta chiara alla squadra, come a modo suo provò a fare Seedorf lo scorso anno. Con buona pace di Berlusconi...
QUANTI CAMBIAMENTI - Anche l'ultima gara contro il Chievo ha mostrato una squadra a due volti. Schierata nel primo tempo col 4-3-3 per provare ad esaltare le qualità di Fernando Torres, nella speranza che Honda e Menez recapitassero palloni a profusione per lo spagnolo, nella ripresa Inzaghi ha corretto la formazione, avanzando Bonaventura sulla linea dei trequartisti e sistemando il francese ex PSG nella posizione a lui più congeniale, quella di seconda punta a ridosso del centravanti. Pur dimostrandosi meno equilibrata, la compagine rossonera ha iniziato a creare un numero di palle gol superiore finendo poi per realizzare le due reti che hanno risolto la sfida contro la formazione di Corini. Eppure, se vogliamo ritrovare il Milan più convincente (o meglio, più logico) ed efficace, dobbiamo risalire alle prime due giornate di campionato, quando Menez faceva il finto centravanti e per scelta si lasciava il pallino del gioco in mano all'avversario per colpirlo poi con rapide ripartenze.
BASTA ESPERIMENTI - Solo gli input presidenziali che volevano Torres in campo sempre e comunque hanno indotto l'allenare a prendere in considerazione l'ipotesi di un modulo ancora più spregiudicato, ma durante la sosta Inzaghi è chiamato a prendere una posizione decisa e a terminare il periodo degli esperimenti. I 4 punti persi ad Empoli e Cesena sono incidenti di percorso che, in un campionato particolarmente equilibrato nelle zone di classifica che regalano i piazzamenti europei, non possono essere ripetuti. E che dire del caso El Shaarawy? Prima considerato indispensabile negli schemi e addiriturra motivo ispiratore del 4-3-3 esibito contro Lazio e Parma, per poi essere relegato al ruolo di comprimario. Questo non significa che il Milan possa e debba giocare soltanto in un modo, ma al tecnico piacentino viene chiesto di lasciare un'impronta chiara alla squadra, come a modo suo provò a fare Seedorf lo scorso anno. Con buona pace di Berlusconi...