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    Milanmania: una società ostaggio di Berlusconi,  che ora non ha più scelta

    Milanmania: una società ostaggio di Berlusconi, che ora non ha più scelta

    • Andrea Distaso
    Per cortesia, ci sia risparmiato almeno il classico balletto dei nomi su allenatori, possibili colpi di mercato con l'arrivo di nuovi investitori. Non se lo meritano i tifosi del Milan, esasperati da anni di gestione dissennata e ieri ulteriormenti umiliati dall'increscioso consiglio di amministrazione andato in scena ieri. E come se non bastasse a dipingere un quadro già di per sè desolante, i rumors insistenti su un Berlusconi tutt'altro che convinto di cedere il pacchetto di maggioranza del club perchè infastidito il clima di ostilità che si è creato nei suoi confronti e perchè ancora animato dal desiderio di rivitalizzare la squadra e non lasciarla da perdente.

    IL GRUPPO CINESE E' SERIO - Il problema è che il Milan oggi può definirsi ostaggio dell'ego spropositato di un uomo anziano più nel modo di pensare che dal punto di vista biologico, scollegato del tutto dalla realtà che lo circonda. Da una famiglia, che per ragioni esclusivamente economiche (ma legittime) preme per l'immediata cessione, dalle evidenze che dimostrano come la nuova cordata presentatasi alle porte degli uffici di via Aldo Rossi non scherzi affatto. E' notizia di oggi la presentazione di un fondo deposito di 150 milioni di euro a titolo di garanzia e per convincere Berlusconi a concedere l'esclusiva per la trattativa. Poi c'è un amministratore delegato della parte sportiva, che in questi anni ha sbagliato ripetutamente e senza mai arretrare di un passo, insignito di un potere tutt'altro che legittimato dai fatti.

    DUE AD, ZERO RISULTATI - Un amministratore delegato che in una qualsiasi azienda degna di questo nome sarebbe stato allontanato da tempo per incapacità o che sarebbe stato chiamato (ma seriamente) a rispondere di certe voci a bilancio come le ricchissime commissioni per gli agenti dei calciatori, la gran parte dei quali di bassissimo livello. L'unica risposta che si è sentito di dare è stata che tutti i grandi club hanno oneri importanti nei confronti dei procuratori, così come non deve allarmare l'assenza di risultati da 5 anni a questa parte e il crollo vertiginoso degli introiti commerciali. Dilettantismo allo stato puro, che coinvolge anche chi, come Barbara Berlusconi, ha provato a portare qualcosa di nuovo in società, ma più per interesse personale (di eredità) che per il bene del Milan. E anche sul fronte marketing i numeri sono sotto gli occhi di tutti.

    QUANTA ARROGANZA - Egocentrismo e arroganza, sono questi i tratti distintivi della recentissima gestione, incapace di fornire risposte convincenti al gruppo dei piccoli azionisti che, per bocca dell'avvocato La Sala, ha esposto in maniera esaustiva e precisa quelli che sono gli aspetti più inquietanti dell'attuale corso rossonero. Sarebbe bastato ammettere sommessamente che avevano ragione e che loro (la dirigenza) si erano sbagliati, oppure spiegare in maniera trasparente come procede la trattativa col gruppo cinese, cosa pensa di fare Berlusconi, come crede di comportarsi. Ci sono parole e parole, ci sono rumors e rumors. Ma i tifosi del Milan si aspettano fatti concreti dopo troppo fiato sprecato, perchè di tempo da perdere non ce n'è più.

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