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Milanmania: Ibra è unico, ecco perché non si può fare a meno di lui. E Aurier e Bakayoko possono aspettare
Il Milan si è mosso. Ha ritoccato la prima cifra proposta a Zlatan Ibrahimovic, portando l’offerta da 4,5 milioni di euro a 5 milioni, sempre con un milione in più grazie a bonus mirati. Insomma, i dirigenti hanno sottoposto un altro anno di contratto a 6 milioni di euro contro i 7 fissi più 500 mila in caso di qualificazione in Champions League chiesti dallo svedese. Ormai mancano solo tre giorni alla data del raduno e si attende l’ultimo contatto, quello decisivo, tra Ivan Gazidis e Mino Raiola per conoscere il destino di Zlatan, tornato intanto in Svezia.
L’esito sembrerebbe comunque scontato per la indubbia volontà da parte di Ibrahimovic di non lasciare il Milan, che, a sua volta, tra Rangnick e lo svedese ha optato per continuare con il fuoriclasse di Malmoe e con Pioli in panchina. Sarebbe paradossale che ora il gruppo perdesse il suo leader per una mera questione economica, pur rilevando la forte differenza tra offerta e domanda. La verità rimane però una sola e inconfutabile: a Ibra non vi sono alternative, perché è il valore aggiunto, in questa particolare situazione storica, per carisma, personalità, classe, fiuto del gol, esempio di dedizione e serietà, ma anche prezzo. Un dato da sottolineare infatti è anche la questione economica. Nessun attaccante, con le caratteristiche appena elencate, avrebbe il costo di cartellino sommato all’ingaggio pari ai soli 14 milioni, la cifra lorda richiesta da Zlatan.
In attesa dell’auspicata fumata bianca, il colore del fumo per quello che riguarda gli altri movimenti è ancora nero. Facile individuare i nomi di Bakayoko e di Aurier come possibili rinforzi per centrocampo e difesa, ma la situazione per entrambi i giocatori pare totalmente ferma. Tutto ruota intorno al rinnovo di Ibrahimovic e, solo dopo la fine della trattativa, il Milan spenderà energie nel logico rafforzamento della rosa. Il mercato, come più volte ricordato, finirà soltanto il 5 ottobre: sarà la campagna acquisti della pazienza e delle opportunità, della furbizia e della intraprendenza. Le doti dei grandi dirigenti. Un altro grande banco di prova per il nuovo, giovane, management rossonero.
L’esito sembrerebbe comunque scontato per la indubbia volontà da parte di Ibrahimovic di non lasciare il Milan, che, a sua volta, tra Rangnick e lo svedese ha optato per continuare con il fuoriclasse di Malmoe e con Pioli in panchina. Sarebbe paradossale che ora il gruppo perdesse il suo leader per una mera questione economica, pur rilevando la forte differenza tra offerta e domanda. La verità rimane però una sola e inconfutabile: a Ibra non vi sono alternative, perché è il valore aggiunto, in questa particolare situazione storica, per carisma, personalità, classe, fiuto del gol, esempio di dedizione e serietà, ma anche prezzo. Un dato da sottolineare infatti è anche la questione economica. Nessun attaccante, con le caratteristiche appena elencate, avrebbe il costo di cartellino sommato all’ingaggio pari ai soli 14 milioni, la cifra lorda richiesta da Zlatan.
In attesa dell’auspicata fumata bianca, il colore del fumo per quello che riguarda gli altri movimenti è ancora nero. Facile individuare i nomi di Bakayoko e di Aurier come possibili rinforzi per centrocampo e difesa, ma la situazione per entrambi i giocatori pare totalmente ferma. Tutto ruota intorno al rinnovo di Ibrahimovic e, solo dopo la fine della trattativa, il Milan spenderà energie nel logico rafforzamento della rosa. Il mercato, come più volte ricordato, finirà soltanto il 5 ottobre: sarà la campagna acquisti della pazienza e delle opportunità, della furbizia e della intraprendenza. Le doti dei grandi dirigenti. Un altro grande banco di prova per il nuovo, giovane, management rossonero.