Alejandro "El Papu" Gomez e Diego Perotti, due giocatori a lungo nei radar del Milan, che a gennaio cercava un'alternativa sugli esterni agli onnipresenti Bonaventura e Honda e che ha invece ha lasciato Mihajlovic con una rosa corta e con poche possibilità di ruotare i titolari, tanto da arrivare col fiatone nel momento clou della stagione e infilare una serie di risultati negativi che hanno poi portato all'esonero del serbo. Due giocatori inseriti in sistemi di gioco mandati a memoria, in squadre con sincronismi e una filosofia molto chiari, tutto il contrario di quello che il Milan ha fatto vedere recentemente.
Per colpi e qualità tecniche, Gomez e Perotti però sono giocatori tutt'altro che da realtà di provincia e, se l'ex genoano lo sta dimostrando nella Roma di Spalletti diventandone un inamovibile, lo stesso si può dire per l'altro argentino. L'esplosione di Catania e la resurrezione a Bergamo dopo la breve parentesi in Ucraina sono la dimostrazione che siamo al cospetto di un giocatore con le doti tecniche e la personalità di cercare sempre l'uno contro uno e di creare la superiorità numerica. Concetti sconosciuti nel Milan di oggi dove, tolto Bonaventura, non esistono calciatori in grado di cambiare il ritmo, di stravolgere il copione con un'iniziativa estemporanea. Ecco perchè, in un'annata piena di errori e in cui a pagare è sempre e soltanto l'allenatore, anche Gomez e Perotti si aggiungono nella lista dei rimpianti.