AFP/Getty Images
Milanmania: Donnarumma pensa solo ai soldi, abbia il coraggio di andarsene
Una vittoria nelle ultime 9 giornate. Montella quest'anno ha fatto un discreto lavoro, ma deve soprattutto alle dimissioni primaverili di Inter e Fiorentina la qualificazione all'Europa League. Chiuso a Cagliari un campionato festeggiato (!) con un sesto posto e l'ultima fascia di capitano sul braccio di una delle tante comparse di questi ultimi 4 anni, il Milan volta finalmente pagina tornando a fare mercato e - in apparenza - anche di buon livello.
La nuova proprietà sposa velleità internazionali riaggrappandosi all'Europa di scorta, ad ambizioni malcelate di riportare la squadra sul podio nel campionato italiano. Il gap con Roma e Napoli, fingendo per un attimo di trascurare gli exploit di Lazio e Atalanta, è ampio ma non incolmabile se la costruzione della squadra seguirà le priorità oggettive ampiamente manifestate nei limiti di ogni reparto. I primi innesti chirurgici in difesa e a centrocampo vanno in questa direzione, ma soprattutto in mezzo e in attacco occorre fare altri sacrifici considerevoli. La società ha dato un aut aut inderogabile a Donnarumma. Segnale importante come la panchina della Primavera a Gattuso. È necessario, oltre che alle distanze in campo, ristabilire valori che fanno parte da sempre di questo club.
Un portiere di 18 anni cresciuto con questa maglia non può rifiutare un'offerta da 3 milioni e mezzo netti l'anno e sebbene non crediamo al ricatto "o accetti o non giochi", applaudiamo all'inflessibilità che i dirigenti avrebbero manifestato nella trattativa. Già il fatto di stare con Raiola ha certificato che al fanciullo di 2 metri stanno più a cuore i soldi della bandiera, fin qui niente di male: la poesia ormai è degli anacronistici. C'è un limite al pudore dello sport, però. Donnarumma, senza moralismi ipocritici ma con sincero realismo, ha iniziato per primo baciandosi la maglia davanti ai tifosi. Ora dovrà avere il medesimo coraggio nel togliersela, con o senza le balle del tifo, il legame ai colori, i legami di famiglia eccetera. In banca conta un colore solo, anche se è lo stesso dei campi di calcio.
La nuova proprietà sposa velleità internazionali riaggrappandosi all'Europa di scorta, ad ambizioni malcelate di riportare la squadra sul podio nel campionato italiano. Il gap con Roma e Napoli, fingendo per un attimo di trascurare gli exploit di Lazio e Atalanta, è ampio ma non incolmabile se la costruzione della squadra seguirà le priorità oggettive ampiamente manifestate nei limiti di ogni reparto. I primi innesti chirurgici in difesa e a centrocampo vanno in questa direzione, ma soprattutto in mezzo e in attacco occorre fare altri sacrifici considerevoli. La società ha dato un aut aut inderogabile a Donnarumma. Segnale importante come la panchina della Primavera a Gattuso. È necessario, oltre che alle distanze in campo, ristabilire valori che fanno parte da sempre di questo club.
Un portiere di 18 anni cresciuto con questa maglia non può rifiutare un'offerta da 3 milioni e mezzo netti l'anno e sebbene non crediamo al ricatto "o accetti o non giochi", applaudiamo all'inflessibilità che i dirigenti avrebbero manifestato nella trattativa. Già il fatto di stare con Raiola ha certificato che al fanciullo di 2 metri stanno più a cuore i soldi della bandiera, fin qui niente di male: la poesia ormai è degli anacronistici. C'è un limite al pudore dello sport, però. Donnarumma, senza moralismi ipocritici ma con sincero realismo, ha iniziato per primo baciandosi la maglia davanti ai tifosi. Ora dovrà avere il medesimo coraggio nel togliersela, con o senza le balle del tifo, il legame ai colori, i legami di famiglia eccetera. In banca conta un colore solo, anche se è lo stesso dei campi di calcio.