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    Milanmania: come il PSG a Barcellona

    Milanmania: come il PSG a Barcellona

    • Luca Serafini
    Barcellona-PSG, Juventus-Milan. Trovate le analogie. Due grandi squadre contro due squadre decisamente più deboli, ma nessuna delle vincitrici fa cose trascendentali. Due arbitraggi discutibili e decisivi per il risultato di entrambe le gare. Una segna 6 gol tirando in porta 9 volte, l'altra 2 tirando in porta 14 volte. La vera analogia però non sta qui: sta nel PSG e nel Milan. I francesi riescono a dilapidare il vantaggio incommensurabile del 4-0 all'andata, i rossoneri quello psicologico di essere l'unica squadra che da un annetto a questa parte sembra giocare senza condizionamenti contro i bianconeri, pur subendoli. Infine, una gestione scellerata del finale di partita. Le similitudini terminano qui. Se non che una a 4 minuti dalla fine era qualificata con 3 gol di vantaggio e l'altra al 96° era sul pareggio. 

    LIMITI TECNICI - A Torino il Milan gioca come può, difendendosi a oltranza e colpendo in contropiede, segnando un gol e creando un altro paio di pericoli, dilapidando alcune ghiotte occasioni potenziali (almeno 3) per errori tecnici inaccettabili al momento del passaggio decisivo. Anche una delle ultimissime edizioni del Milan europeo scelse di difendersi al Camp Nou, riuscendo a tenere lontani dall'area di rigore i blaugrana e subendo 2 reti con tiri da lontanissimo, pareggiando 2-2. Ecco la chiave: tenere l'avversario lontano dall'area. Allo Juventus Stadium questa operazione non è riuscita, perché i difensori vengono lasciati troppo soli nell'adempimento del loro compito. Sono costretti a spazzare via dalle barricate: i centrocampisti non riescono a contenere il pressing e la manovra avvolgente della Juve, si nascondono un po' sulle ripartenze. Se andate a guardare i minuti di recupero Donnarumma calcia un rinvio buttando la palla in fallo laterale all'altezza della mediana sia per colpa dei piedi che non ha, sia perché non ha compagni di squadra a vista. Un errore di Montella: queste sono partite da Kucka, non da Bertolacci. In campo 90 minuti, lento, impacciato, molle. Nel finale l'allenatore rossonero infoltisce le linee, privato di Bacca con Kucka e non Lapadula al suo posto, altro messaggio chiaro. Il rigore disarmante concesso allo scadere di tutto è solo la mazzata finale, per quanto ingiusta e grottesca nella dinamica. Bravissimo e sportivo Montella nel dopopartita: errori pro e contro si alternano, ma subire una decisione così estrosa al 5° di recupero è beffardo oltre ogni limite. 

    DONNARUMMA SUPER - Di buono c'è Donnarumma, mattatore assoluto della serata, strepitoso a essere riduttivi. La sua bravura, il suo talento, la sua sicurezza a 18 anni festeggiati da pochi giorni sarebbero un patrimonio da difendere, conservare e incrementare nel tempo. Come lui sancisce baciando lo stemma sulla maglia a fine partita, davanti a quello che molti sussurrano potrebbe essere il suo prossimo pubblico. C'era una volta il Milan che a fenomeni come questi avrebbe regalato una carriera monocromatica, il tempo passa, la storia cambia, ai giorni nostri il pericolo di perdere l'unico fuoriclasse in rosa assume i connotati dell'incubo. Sarebbe un peccato. 

    @lucaserafini4

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