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    Milanmania: Brocchi almeno ha dignità

    Milanmania: Brocchi almeno ha dignità

    • Luca Serafini
    Per 2 mesi è stato il leccaculo più insultato della Serie A, adesso che con orgoglio ha capito che sarebbe stato più precario da allenatore designato piuttosto che candidato in questo limbo sconcertante, si dimette rispondendo con personalità ai detrattori. Quelli froci con il culo degli altri secondo i quali non avrebbe mai dovuto accettare la panchina del Milan. Cristian Brocchi si è trovato nella morsa Berlusconi-Galliani, voluto fortemente dal primo e osteggiato per questo dal secondo. Ora che spunta anche il nome di Montella, sponsorizzato dal Palazzo che meno ha a che fare con lo sport (hanno cercato invano di piazzarlo in Nazionale, ma Tavecchio sorprendentemente ha tenuto la schiena dritta), è ancora più evidente la distonia che ha portato al palleggio Brocchi-Giampaolo e cioè Berlusconi-Galliani.

    In questo i cinesi davvero non c'entrano nulla. Brocchi è un altro come Tavecchio che alla fine ha tenuto la testa alta: ha capito che si sarebbe trovato schiacciato sotto una faida societaria dove oltre alle due componenti più influenti in disaccordo tra loro, avrebbe potuto inserirsi un gruppo straniero e a quel punto si sarebbe trovato in mezzo al mare ancora prima di tuffarsi. Brocchi sarà o non sarà un buon allenatore, lo dirà il tempo, certamente si è comportato da uomo quali che fossero in fondo le reali chances di restare sulla panchina rossonera. In un club dove a poco più di una settimana dal raduno non si sa niente, proprietario tecnico squadra, un piccolo atto di coraggio che costituisce anche una prima piccola certezza ha il sapore forte di una dignità rimasta a pochi.

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