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    Milanmania: basta col tutti contro tutti

    Milanmania: basta col tutti contro tutti

    • Andrea Distaso
    La sconfitta di Reggio Emilia aveva riaperto improvvisamente la crisi dopo settimane di apparente tranquillità, il pareggio sul campo del Chievo ha definitivamente scatenato il più classico regolamento di conti interno al Milan. Berlusconi contro Mihajlovic, i giocatori in difesa dell'allenatore ma con i "vecchi" contro i "giovani" che non accettano i rimproveri, Mihajlovic contro Berlusconi e critico verso i calciatori (anche se poi si è affrettato a smentire). E poi tutto l'ambiente rossonero opposto alla stampa che ne segue quotidianamente le vicende, accusata di far circolare voci poco veritiere.

    SEGNALI PREOCCUPANTI - Uno spettacolo stucchevole, poco edificante, che si ripete ormai da un paio di stagioni a questa parte e che non aiuta a creare le condizioni per la costruzione di un progetto finalmente competitivo. O più semplicemente alla pianificazione di un progetto e basta. Perchè i tifosi del Milan si chiedono che ne sarà dalla società, quali saranno le conseguenze di un'altra annata che non porterà con sè la qualificazione alla prossima Champions League. I dati allarmanti anticipati sul bilancio 2015, i disperati tentativi di Berlusconi di reperire nuove risorse economiche attraverso la cessione di una parte del club e i primi messaggi su una prossima campagna acquisti al risparmio (no di Fininvest all'operazione Ibra e il solito refrain su un Milan più giovane e italiano) compongono tutti assieme un quadro tremendamente inquietante.

    Per troppi anni si è fatto affidamento esclusivamente alla disponibilità a spendere grosse cifre da parte di Berlusconi, per troppi anni si è rimandata la decisione su come affrontare i cambiamenti dell'assetto calcistico a livello europeo, con campionati come Premier, Liga e Bundesliga che hanno colmato mano a mano il gap nei confronti della Serie A per poi staccarla di gran lunga. Il Milan è rimasto ancorato al suo glorioso passato e a strategie, sul mercato e non, che oggi non pagano più. A chi segue sempre con la stessa passione le vicende della squadra besterebbe sapere quale strada si voglia percorrere, quali correttivi si vogliano adottare per invertire davvero il recente trend negativo e ricostruire un gruppo che, come ha saputo fare la Juventus post-Calciopoli, sappia crescere e consolidarsi nel tempo fino a ritornare a competere per grandi traguardi. E' forse chiedere troppo?

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