Milanese a CM: 'Scudetto capitolo chiuso? Mentalmente direi di sì. Higuain ha esagerato'
E’ possibile recuperare sei punti in sette partite? La Juventus è ormai lanciata verso il quinto scudetto consecutivo o il Napoli può dire ancora la sua? Domande poste dalla redazione di Calciomercato.com a Mauro Milanese, il terzino sinistro in campo nel noto match tra Perugia e Juventus che consegnò, nel pantano del Curi, lo scudetto alla Lazio. Anche all’epoca i punti di vantaggio dei bianconeri sui capitolini, a sette giornate dalla conclusione del torneo, erano sei.
Lo scudetto è un capitolo chiuso?
“Mentalmente direi di sì. La sconfitta di Udine potrebbe avere un peso decisivo sul piano psicologico. Ma il Napoli ha il dovere di provarci fino alla fine, magari la Juve incappa in un passo falso, si rilassa e tutto si riapre. Senza Higuain, però, sarà ancora più dura. La sanzione del giudice sportivo rischia di mettere un sasso sul campionato”.
Higuain squalificato per quattro giornate: sanzione severa o giusta?
“Il calciatore ha sbagliato ma nel recente passato anche altri suoi colleghi si sono resi protagonisti di reazioni più o meno simili, uscendone però indenni. Capisco l’adrenalina del momento, talvolta saltano i nervi e oggi non puoi più pensare di farla franca perché in quel momento ci sono trenta telecamere che ti inquadrano. Il calcio italiano deve migliorare nei comportamenti, non è possibile accerchiare l’arbitro per ogni decisione contraria, queste scene altrove non si vedono”.
Puntuale è tornato in auge il tema della sudditanza psicologica: il problema è reale o è solo frutto di fantasie?
“Sono storie che ripetono, purtroppo. Si è parlato a lungo della mancata espulsione di Bonucci in occasione del derby con il Torino. Forse, in quell’occasione, l’arbitro ha sbagliato. Bisognerebbe applicare lo stesso peso e la stessa misura, a prescindere dal blasone delle squadre ma sotto questo profilo c’è ancora tanto da migliorare”.
Avrà modo di mettersi in luce il vice Higuain, Manolo Gabbiadini: saranno quattro partite fondamentali per il suo futuro? “Gabbiadini può rilanciarsi, deve approfittarne. Il Napoli ha una rosa di grandissimo valore e avrebbe potuto perdere il suo bomber principe anche per altre ragioni, magari legate a problemi di natura fisica. L’assenza di un attaccante da trenta gol ti toglie qualcosa, è ovvio. Dispiace per come si è concretizzata ma va messa nel conto”.
Domenica c’è Napoli-Verona, la partita che nel 1996 consegnò Milanese all’affetto imperituro dei napoletani: che ricordo hai di quel match?
“Fu uno dei momenti più belli della mia carriera da calciatore. La partita si avviava sullo zero a zero poi, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, decisi di restare al limite dell’area mentre avrei dovuto avvicinarmi alla porta per provare a colpire di testa ma in quel momento l’istinto e la ragione mi suggerirono altro. Mi appostai all’altezza dei diciotto metri e di sinistro colpii il pallone fortissimo. Se la palla fosse finita in curva mi sarei beccato i fischi di tutto lo stadio ma riuscii a tenerla bassa. Era il 93’, il San Paolo impazzì, sembrava fosse esplosa la bomba di Maradona”
L’ultimo Milanese è tornato alle origini: ti sei adoperato per salvare la “tua” Triestina?
“Volevo fare qualcosa per la mia città, siamo riusciti a salvare il titolo sportivo di un club glorioso come quello alabardato che rischiava il fallimento”.