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  • Milan, una vittoria che alimenta i rimpianti: fuori per colpe proprie

    Milan, una vittoria che alimenta i rimpianti: fuori per colpe proprie

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Che il Milan fosse forte si sapeva, che renda molto meno di quel che vale, anche. Ora vedremo se e cosa Ibra riuscirà ad aggiustare, quanto nell’immediato potrà incidere. Intanto, il Milan sbanca Newcastle con un grande secondo tempo, rimonta gl’inglesi franati all’improvviso e li scavalca anche in classifica, entrando così in Europa League, da terzo del girone. L’obiettivo adesso è quello, pressoché impossibile pensare alla rimonta in campionato, giocando al giovedì. Una qualificazione che non dà certo prestigio, ma almeno è un modo per uscire a testa alta dalla Champions di cui lo scorso maggio il Milan giocava le semifinali. Colpa delle troppe occasioni perse prima dell’ultima puntata, più ancora che del girone di ferro. La qualificazione era tutto fuorché impossibile.

    Gran brutto primo tempo, in cui non si capisce quale fosse l’intenzione di Pioli. Difendersi sì, ma non così. Una lezione studiata male. La prossima volta, se e quando ci sarà, riguardi come gioca Allegri, cosa chiede alla Juventus e come la ottiene. Il gol del vantaggio inglese è invece a modo suo il manifesto della stagione del Milan. Sbagliano tutti, non rimedia nessuno. Difesa troppo schiacciata, centrocampisti fuori posizione, cioè distratti, molli, Loftus-Cheek che perde Gordon, Reijnders che non segue Joelinton, nessuno che reagisca, bolide imparabile e 26esimo gol subìto in 21 partite, decisamente troppi.

    Tutta un’altra storia la ripresa. Il pari improvviso dà la scossa al Milan e spegne il povero Newcastle che lungamente è stato virtualmente in Champions League e adesso, nonostante i milioni dei sauditi, si ritrova fuori dall’Europa. Stavolta l’alibi ce l’avrebbe Howe, il tecnico inglese, che gioca senza 6 titolari infortunati, oltre all’ex Tonali, squalificato. Ma non serve parlarne, il calcio è anche questo.

    Pioli invece recupera Leao e subito si vede. Il portoghese, nonostante il mese di assenza già si sente. Sgomma a metà primo tempo, sbaglia un tiro a giro su goloso invito di Musah, ma la cosa più importante è che giochi il secondo tempo meglio del primo. Entra nel pareggio di Pulisic, punta e dribbla a ripetizione, rinuncia (ingenuamente o sportivamente?) anche a un mezzo rigore, evitando di lasciarsi cadere sul tocco sospetto di Livramento. Centra un palo dopo una grande giocata. Che dire: è sbagliato pensare che crescendo Leao è cresciuto il Milan?

    Tutto come da copione, la partenza a razzo degl’inglesi e l’affannosa difesa del Milan, che marca uomo su uomo in mezzo al campo, che accentra di volta in volta i due terzini per cercare densità, finendo spesso per sguarnire le fasce, soprattutto quella di Florenzi. Già prima del vantaggio, solo un intervento di Tomori oltre il limite del miracolo, in scivolata a 20 cm dalla porta, nega il gol a Joelinton, sfuggito alle maglie troppo larghe che Reijnders gli concede.

    Il terzetto di centrocampo, una sessantina di milioni nell’ultimo mercato, è anche stavolta lontano anni luce da quello dello scudetto. La vittoria non può cambiare tutti i giudizi né cancellare il primo tempo. Il pareggio di Pulisic all’alba della ripresa è una flipperata innescata da Musah per Leao, proseguita dal tiro sbagliato di Tomori, ma rifinita con lucidità estrema da Giroud.

    È il gol che stordisce il Newcastle, che ha solo l’ultimo guizzo prima di affondare, la sberla di Guimaraes deviata da Maignan sulla trasversa (parata da fantascienza). Poi c’è il finale, in cui Pioli cambia modulo, mette il doppio centravanti, cerca e trova la vittoria, grazie al gran sinistro di Chukwueze, entrato un istante prima, giusto in tempo per festeggiare. Le buone notizie finiscono qui, da Dortmund non ne arrivano altre.

    @GianniVisnadi
     

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