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    Milan, un mercato sbagliato in partenza

    Milan, un mercato sbagliato in partenza

    Cerci, Dzemaili e, forse, Criscito. Con questi acquisti Galliani è convinto di chiudere la "campagna di rafforzamento" del Milan di Filippo Inzaghi e rimediare al disastroso inizio di stagione della formazione rossonera, seppellita da 8 gol nelle prime due uscite della Guinness International Champions Cup. Se il secco 0-3 contro i greci dell'Olympiacos era stato giustificato dal tecnico con le assenze di molti titolari e dalla stanchezza per un fuso orario non ancora pienamente assorbito e trasporti aerei chen avevano impedito alla squadra di allenarsi, il postpartita col Manchester City è stato all'insegna del mea culpa.

    TUTTO NELLA NORMA - Peccato che Inzaghi sia propria l'ultima persona sulla Terra a doversi assumere le responsabilità per situazioni che erano ampiamente pronosticabili. Davvero la dirigenza rossonera era convinta che tre colpi a parametro zero (Agazzi, Alex e Menez) e il riscatto di Albertazzi fossero sufficienti per rendere questa squadra molto più competitiva delle ultime guidate da Allegri e Seedorf? Quello che inquieta, oltre alla atavica difficoltà a cedere i giocatori in esubero, è che i nomi altisonanti accostati al Milan riguardano sempre e soltanto giocatori offensivi, dimenticando che i problemi più gravi esistono nei reparti di difesa e centrocampo.

    I LIMITI DEL MILAN - Ceduto Robinho e nella speranza di piazzare almeno un paio di difensori (Zapata, Zaccardo e Abate i candidati più forti), lo sforzo principale della proprietà sarà dirottato sull'attaccante esterno del Torino. Galliani proverà a spuntare uno sconto sui 18 milioni di euro chiesti da Cairo per Cerci, ma questo significa che difficilmente in difesa e a centrocampo sarà possibile fare operazioni significative. Le recenti debacle negli Usa hanno dimostrato come il Milan soffra tremendamente su entrambe le fasce, dove il solo De Sciglio offre segnali di ripresa, e l'assenza di un centrocampista di qualità e di carisma che in prospettiva non sia solo l'alternativa a Montolivo, bensì il suo naturale complemento.

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