Milan: un mercato figlio dei soliti errori
Abate, Essien, Mexes, Robinho, Zaccardo, Constant. Ci fermiamo qui, ma l'elenco potrebbe essere molto più nutrito, quasi una formazione titolare nel nuovo Milan di Filippo Inzaghi. Il mercato rossonero è immobile, se si escludono gli arrivi a parametro zero di Agazzi, Alex e Menez e il ritorno di Albertazzi, riscattato dal Verona. Il successore di Seedorf continua a chiedere un esterno di difesa e uno offensivo (Cerci) per dormire più tranquillamente la notte. Servirebbe altro ma, allo stato attuale delle cose, bisogna sapersi accontentare di quello che offre l'agenda milanista in tema di campagna acquisti. Di soldi ce ne sono pochissimi, ma pensare che le operazioni in entrata siano schiave dell'eventuale cessione di Robinho o di altri giocatori sgraditi è francamente inaccettabile.
BASTA PARAMETRI ZERO - E' inaccettabile perchè una società come il Milan, per quanto in pieno periodo di recessione economica, non può subordinare le proprie strategie a situazioni note da tempo in via Aldo Rossi. Sarebbe l'ennesimo segnale di resa in ordine di tempo, la conferma ulteriore che il club non ha intenzione di tornare a sedersi in tempi brevi al tavolo delle grandi e di una programmazione assolutamente folle sulla gestione di certi calciatori. La politica del "parametro zero a tutti i costi" si porta in dote la necessità di accontentare economicamente, oltre il loro reale valore tecnico, giocatori che non si sono poi rivelati particolarmente utili e funzionali negli anni.
ROBINHO, PERCHE' IL RINNOVO? - Robinho è uomo mercato, in uscita, da almeno un anno e mezzo e il problema principale è il suo ingaggio superiore di 2,5 milioni di euro netti a stagione, di cui i rossoneri vorrebbero liberarsi presto. Alla luce di questa considerazione, che senso ha avuto prolungargli il contratto per due stagioni (fino a giugno 2016) invece di farlo andare in scadenza questa estate, se l'intento era di non averlo più a libro paga e tutti i tentativi di ottenere qualcosa dal suo cartellino (Orlando City, Cruzeiro, Atletico Mineiro, Flamengo, Emirati Arabi) stanno andando a vuoto? La vera difficoltà è che il brasiliano non rinuncia a un solo centesimo del suo compenso e Galliani dovrà presto rassegnarsi all'idea di versargli la temuta buonuscita pur di liberare la casella destinata al nuovo esterno.
TROPPI GIOCATORI - Una politica miope che si riflette anche nei casi di quei calciatori, un tempo indispensabili e oggi non più, come Zapata, Zaccardo, Mexes, Abate ed Essien. Strapagati, che si tratti del costo del cartellino (l'esempio del centrale colombiano è chiaro) o dello stipendio, e oggi impossibili da piazzare altrove. La rosa di Inzaghi è ancora eccessivamente ampia, va portata a quota 25 elementi e il tempo a disposizione scade il prossimo 1° settembre alle 23. Ma certe necessità (torniamo ai due esterni) sono impellenti più che mai e siamo certi che, dopo la prima scoppola stagionale con l'Olympiacos, anche il nuovo allenatore rossonero presto inizierà a mordere il freno.
BASTA PARAMETRI ZERO - E' inaccettabile perchè una società come il Milan, per quanto in pieno periodo di recessione economica, non può subordinare le proprie strategie a situazioni note da tempo in via Aldo Rossi. Sarebbe l'ennesimo segnale di resa in ordine di tempo, la conferma ulteriore che il club non ha intenzione di tornare a sedersi in tempi brevi al tavolo delle grandi e di una programmazione assolutamente folle sulla gestione di certi calciatori. La politica del "parametro zero a tutti i costi" si porta in dote la necessità di accontentare economicamente, oltre il loro reale valore tecnico, giocatori che non si sono poi rivelati particolarmente utili e funzionali negli anni.
ROBINHO, PERCHE' IL RINNOVO? - Robinho è uomo mercato, in uscita, da almeno un anno e mezzo e il problema principale è il suo ingaggio superiore di 2,5 milioni di euro netti a stagione, di cui i rossoneri vorrebbero liberarsi presto. Alla luce di questa considerazione, che senso ha avuto prolungargli il contratto per due stagioni (fino a giugno 2016) invece di farlo andare in scadenza questa estate, se l'intento era di non averlo più a libro paga e tutti i tentativi di ottenere qualcosa dal suo cartellino (Orlando City, Cruzeiro, Atletico Mineiro, Flamengo, Emirati Arabi) stanno andando a vuoto? La vera difficoltà è che il brasiliano non rinuncia a un solo centesimo del suo compenso e Galliani dovrà presto rassegnarsi all'idea di versargli la temuta buonuscita pur di liberare la casella destinata al nuovo esterno.
TROPPI GIOCATORI - Una politica miope che si riflette anche nei casi di quei calciatori, un tempo indispensabili e oggi non più, come Zapata, Zaccardo, Mexes, Abate ed Essien. Strapagati, che si tratti del costo del cartellino (l'esempio del centrale colombiano è chiaro) o dello stipendio, e oggi impossibili da piazzare altrove. La rosa di Inzaghi è ancora eccessivamente ampia, va portata a quota 25 elementi e il tempo a disposizione scade il prossimo 1° settembre alle 23. Ma certe necessità (torniamo ai due esterni) sono impellenti più che mai e siamo certi che, dopo la prima scoppola stagionale con l'Olympiacos, anche il nuovo allenatore rossonero presto inizierà a mordere il freno.