Milan, tutti i retroscena sul rinnovo di Pioli e il caso Rangnick
IL CASO RANGNICK - I contatti, le telefonate, le chiacchierate per progettare il futuro insieme, l'inizio di un nuovo corso per il Milan, a braccetto con il Professore tedesco. Invece no: c'era un principio d'accordo sul progetto, sull'idea che si aveva di ricostruzione, ma mancavano dei dettagli. Dettagli che poi sono diventati tasselli di un mosaico . Rangnick, sotto contratto con l'RB Lipsia, voleva pieni poteri, scegliersi lo staff e dire la sua sull'allenatore, che poteva essere lui oppure un uomo di sua fiducia, mentre il club milanista gli aveva offerto il ruolo di direttore tecnico, ma con Pioli in panchina; inoltre, il tedesco, non voleva il riscatto di Simon Kjaer, arrivato puntualmente qualche giorno fa. E quel riscatto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, lì Rangnick ha capito di non essere quel salvatore della patria che pensava di essere. Il Milan, dal canto suo, ha fatto anche delle riflessioni su quello che era l'esborso economico per accontentare le richieste del responsabile dell'area sportiva Red Bull: esborso ritenuto troppo alto dopo il coronavirus. E qui ci si lega anche il mercato, che non poteva essere troppo aggressivo e ricco, il che ha fatto titubare Rangnick.
LA SCELTA DI PIOLI - Per un Rangnick che parlava e chiedeva 'pieni poteri', c'era un Stefano Pioli che lavorava, e vinceva, sul campo. Bravo a rimettere in piedi una stagione iniziata male, bravo a rivalutare gli acquisti estivi, bravissimo a schivare i rumors di mercato e le tante attenzioni mediatiche di questo periodo: mai una parola fuori posto, anche nei momenti duri della stagione. Stagione che si è trasformata anche grazie all'ex Fiorentina, ma per tutte le storie che hanno il lieto fine c'è un momento in cui convinci qualcuno a puntare definitivamente su di te. E anche nella storia di Pioli c'è: è la vittoria sulla Juve per 4-2. Sotto 2-0, Rebic e compagni hanno rimontato Ronaldo e soci, facendo esultare il popolo rossonero.
IL CONTRATTO - L'annuncio ufficiale del rinnovo è arrivato prima della firma, messa sul contratto solamente nella giornata di oggi: una particolarità quasi unica, visto che prima si firma e poi si annuncia. Ma un motivo c'è: il Milan, che era convinto del sì di Pioli, ha dovuto accelerare il tutto perché Rangnick, in Germania, ha deciso di annunciare, prima come semplice notizia poi con le parole del suo agente, il naufragio della trattativa. Milan avanti con Pioli, quindi, che sperava e credeva nel rinnovo. Lo dimostra il fatto che ha messo in stand-by Fiorentina e Torino, club interessati all'allenatore rossonero. Che resterà tale anche per i prossimi due anni. Con un bonus scudetto. Perché il Milan, con Pioli, ha rialzato la testa.