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  • Milan, turnover con la Fiorentina: il Dortmund vale la stagione, deciderà il futuro del club e di Pioli

    Milan, turnover con la Fiorentina: il Dortmund vale la stagione, deciderà il futuro del club e di Pioli

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Dopo la sosta delle Nazionali, la stagione del Milan riprende con vari problemi e varie incertezze. C’è l’emergenza infortuni che sembra non finire mai, c’è un ritardo in classifica che comincia a farsi sentire, c’è una grande difficoltà a trovare la via del gol, c’è una serie di nuovi acquisti che non hanno ancora convinto appieno, c’è una compagine societaria che sembra non avere in mano saldamente la situazione, c’è l’ombra di Ibra che aleggia sul futuro prossimo rossonero senza ancora un ruolo ben definito, c’è un mercato di gennaio in cui non si sa quante risorse economiche ci sono ancora a disposizione.

    In mezzo a tutte queste incertezze, c’è una sola grande certezza che a Milanello e in via Aldo Rossi deve essere tenuta presente e considerata la stella polare di questa fase della stagione: la fondamentale importanza della partita contro il Borussia Dortmund. Da lì non si scappa. Il 28 novembre sarà in ogni caso una data storica per questo Milan, nel bene o nel male. Dalla partita contro i tedeschi dipendono le sorti del Milan di Pioli e proprio questa sfida di Champions può cambiare le prospettive tecniche ed economiche della società rossonera nel medio periodo.

    Infatti una vittoria contro il Borussia non dico che ipotecherebbe il passaggio agli ottavi di finale, ma sicuramente indirizzerebbe in maniera decisiva il cammino del Milan in Europa. Consentirebbe infatti sicuramente di superare il Dortmund. Inoltre permetterebbe di diventare imprendibili in classifica per il Newcastle oppure, nel caso remoto di un successo bianconero a Parigi, di superare anche Mpabbé e compagni. Il Milan avrebbe la strada spianata verso gli ottavi di Champions e questo significherebbero almeno 20 milioni di introiti sicuri dalla Champions con la possibilità, come l’anno scorso, di superare altri turni e arrivare fino a 50 milioni.

    Oltre a questi ci sarebbe la quasi certezza di staccare l’ultimo pass disponibile per il Mondiale per Club che si giocherà negli Stati Uniti nell’estate del 2025. Una competizione che consente l’accesso esclusivamente a un massimo di due club per ogni Federazione europea e per l’Italia, l’Inter è già aritmeticamente qualificata. Una competizione che sarebbe la prima nella storia e per un club che ha il palmares internazionale del Milan non farne parte sarebbe un sacrilegio. Una competizione che garantirà ai partecipanti introiti non inferiori ai 50 milioni di euro.

    Dunque, si fa presto a capire che una vittoria martedì 28 novembre contro il Borussia potrebbe facilmente valere per il Milan almeno un centinaio di milioni nell’arco di due stagioni. Un’enormitá. Oltre all’obiettivo economico ci sarebbero anche quello tecnico e quello psicologico. Battendo il PSG e il Borussia e staccando il pass per gli ottavi di finale nonostante il girone “della morte” Pioli non sarebbe più in discussione e potrebbe lavorare tranquillo fino a fine stagione. E con lui tutto il resto della squadra. Anche il mercato di gennaio sarebbe vissuto con maggiori risorse e maggior spazio di manovra. Senza contare l’entusiasmo che travolgerebbe l’ambiente e la convinzione nella validitá del progetto proposto da questa nuova società.

    Viceversa una sconfitta o anche un pareggio contro i tedeschi minerebbe quasi definitivamente le possibilità di superamento del girone di Champions e renderebbe molto più debole la figura di Pioli e la credibilità dei dirigenti che hanno investito ingenti risorse per la costruzione di questa squadra attraverso un mercato poderoso, ma incompleto. Inevitabilmente anche il campionato potrebbe risentire di un’eliminazione dalla massima competizione europea sia dal punto di vista psicologico sia da quello tecnico, se si dovesse “scivolare” in Europa League.

    E dunque facile comprendere quanto sia decisiva la partita contro il Borussia, motivo per cui è fondamentale che Pioli e i dirigenti facciano percepire sin da subito il peso di questa partita. Anche se dovesse risentirne la concentrazione in vista della gara di campionato contro la Fiorentina. È vero che il turnover contro i Viola è praticamente obbligato dagli infortuni, ma a questo punto è assolutamente inutile forzare eventuali rientri per la gara di sabato. Diventa invece necessario provare a recuperare per martedì prossimo tutti i giocatori possibili, a partire dal più forte, cioè Rafael Leao. Che contro il Borussia farebbe comodo anche senza avere ancora i 90 minuti nelle gambe. Da questo punto di vista è paradossalmente un bene che Giroud si “riposi” sabato e che possa essere tirato a lucido per il 28 novembre. Quella sarà “la partita”.

    Nella scorsa stagione Pioli era stato bravo e coraggioso ad applicare un profondo turnover in campionato nell’immediata vigilia delle sfide di Champions a eliminazione diretta. Questo era costato punti in campionato, ma aveva permesso al tecnico di schierare una squadra più fresca in Europa: mossa che si era rivelata decisiva dato che i rossoneri sono arrivati a un passo dalla finale. Ecco, la stessa cosa Pioli deve farla questa settimana, perché Milan-Borussia è come se fosse una gara a eliminazione diretta. Dentro o fuori. E questo messaggio deve partire non solo dal tecnico, ma soprattutto dalla società.

    Esattamente come faceva Maldini un anno fa. Non dimentichiamo che dopo le prime 4 partite del girone dello scorso anno il Milan aveva solo 4 punti (quest’anno 5) e c’era all’orizzonte il rischio (seppur remoto) dell’eliminazione. All’epoca scese in campo proprio Paolo Maldini che in un’intervista ribadì il primario obiettivo stagionale. Che non era ripetersi in campionato, ma fare bene in Europa. Fece capire a tutti che per la società le due gare più importanti erano quelle di Zagabria e in casa contro il Salisburgo. Il risultato di eccezionale perché il Milan di Pioli stravinse tutte e due. Quest’anno non c’è Paolo Maldini a indicare la strada e a ricordare che il Milan ha la Champions nel proprio DNA. Ma i dirigenti attuali e Pioli hanno il dovere di farlo, subito, perché é la storia del Milan che lo impone. 

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