Milan: troppi gufi su Allegri che merita solo fiducia. Galliani spazzi via i veleni
Non so se Massimiliano Allegri sia un signore superstizioso. Qualora lo fosse, sarebbe autorizzato a fare gli scongiuri poichè la lettura di alcuni giornali in edicola stamane, è stata un'autentica concentrazione di gufi quale da tempo non si registrava attorno alla panchina del Milan. Non a caso, calciomercato.com ha chiamato la sua rassegna stampa rossonera : "Allegri è già accerchiato".
Titoli da ultima spiaggia. Rose di possibili successori sparate a casaccio (c'è anche Donadoni che, en passant, è felicemente sotto contratto con il Parma; per non dire di Guardiola, i cui costi di stipendio pluriennale sono enormi per una società che già si accola un monte ingaggi di 100 milioni di euro). Scenari apocalittici, manco Milanello fosse ua fortezza avvelenata.
E ancora: Gullit, di passaggio a Milano, coglie la palla al volo e si dice pronto a ripiombare a Milanello; Inzaghi ha appena debuttato in qualità di allenatore degli allievi nazionali e, suo malgrado, è stato scaraventato sulla ribalta mediatica manco avesse appena vinto lo scudetto. Poi c'è Costacurta e bla bla bla.
No, così non va.
Primo: per un'elementare questione di rispetto nei confronti dell'allenatore livornese che, al primo anno in rossonero, ha vinto lo scudetto e la Supercoppa e, nella stagione successiva, è arrivato secondo, nonostante un'ecatombe di infortuni che avrebbe schiantato un battaglione di elefanti.
Secondo: per non dimenticare che, nel gennaio scorso, la società ha prolungato il contratto di Allegri sino al 2014, presumibilmente perchè credeva e, si suppone, creda ancora in lui.
Terzo: qui, se c'è qualcuno che deve essere messo in discussione, questi non è l'allenatore il quale, come tutti, può commettere degli errori (vedasi batosta newyorchese con il Real: ma mica l'ha organizzata lui l'amichevole suicida all'inizio di agosto).
Quarto: che cosa c'entra Allegri se gli hanno smantellato la squadra, cedendogli Ibrahimovic e Thiago Silva dopo due mesi di panzane propinate ai tifosi circa l'assoluta inedibilità dei due pezzi da novanta grazie agli "atti di eroismo" di Berlusconi (Galliani dixit, 14 giugno)?
Quinto: se Allegri non avesse chiesto a metà agosto di rimpolpare la rosa con gli arrivi in extremis di Bojan, Pazzini e De Jong, forse oggi il Milan sarebbe ancora un'incognita più grande.
Sesto: affermare pubblicamente e preventivamente che questo Milan sia da scudetto, come ha fatto il Numero 2 del club, è un modo per aiutare l'allenatore o di seminare altri chiodi sulla sua strada?
Settimo: urge un intervento chiarificatore di Via Turati per spazzare via veleni e congetture. Poichè il lavoro non gli manca, Allegri ha il diritto di lavorare in pace e di essere giudicato a fine stagione sulla base dei risultati che avrà ottenuto. E' anzitutto interesse del Milan. O no?
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com