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    Montella bravo e fortunato, ma ha tanti problemi e per il Milan sarà difficile

    Montella bravo e fortunato, ma ha tanti problemi e per il Milan sarà difficile

    • Giancarlo Padovan
    Vincenzo Montella è un allenatore bravo e fortunato. Bravo perché rende una squadra mediocre come il Milan quasi competitiva. Fortunato perché in due ruoli chiave ha un ragazzo del 1999 che para un rigore all’ultimissimo secondo e un attaccante colombiano che fa tre gol alla prima giornata.

    Non so ancora quanto sia bravo Sinisa Mihajlovic, ma di certo questa volta ha avuto meno fortuna di Montella. Perché il ragazzo che para il rigore si chiama Gianluigi Donnarumma e in serie A lo ha lanciato proprio lui, poco meno di un anno fa. L’altro è Carlos Bacca e dal Milan se ne sarebbe voluto andare, assecondando una necessità del club: fare soldi da spendere sul mercato di un Milan metà cinese e metà berlusconiano, con la piazza giustamente in rivolta (solo diecimila abbonamenti) e la malinconia tipica delle grandi tradizioni che sfioriscono. 

    Milan-Torino 3-2 è stata una partita strana su cui aleggiava la vendetta di Mihajlovic. Invece, si è capito subito, che sarebbe stato un pomeriggio difficile per il serbo quando il suo connazionale Ljajic si è infortunato, togliendo pericolosità al tridente offensivo dei granata.

    Dall’altra parte, invece, Niang ha innescato manovra ed occasioni come meglio non si sarebbe potuto. Prima, aprendo il campo per l’assit di Abate a beneficio del primo gol di Bacca (comodo colpo di testa). Poi, scodellando il cross da sinistra sul quale Bacca ha raddoppiato di sinistro. In entrambi i casi gravi gli errori difensivi del Torino e, in particolare, di Moretti, il giocatore più esperto che avrebbe dovuto accompagnare Rossettini e De Silvestri, l’altrà metà della difesa, ad un inserimento meno traumatico.

    Peccato perché i granata, ad inizio di ripresa, avevano riagguantato il pari con Belotti (testa) e sembravano poter essere in grado di giocarsela alla pari, se non addirittura di poter sovrastare il MIlan. Invece, in due minuti, i rossoneri sono tornati davanti e la partita è sembrata indirizzarsi verso chi l’aveva più meritato. Il rigore, procurato da Bonaventura e trasformato sempre da Bacca, era il suggello ad una superiorità per nulla netta, ma palpabile. Sicuro in difesa (unico errore, fino a quel momento, di Romagnoli sulla zuccata vincente di Belotti), stretto a centrocampo, abile nelle ripartenze, il Milan era in controllo quasi assoluto.
     
    A squinternarlo, come se un colpo di vento colpisse un aquilone, oltre ai cambi (sui quali Montella avrebbe potiuto essere più accorto), ha provveduto il buio improvviso oltre la siepe di una partita illusoriamente chiusa. Baselli, che Mihajlovic avrebbe dovuto inserire prima, ha tagliato come il burro una difesa statica perché stanca per il 2-3. Poi su sponda aerea, Paletta ha affossato Belotti condannandosi al fallo da rigore e all’espulsione da doppio giallo.
     
    Belotti, spavaldo e coraggioso non meno di Donnarumma l’ha piazzata a sinistra del portiere, ma ha angolato poco. L’altro, intuitivo, è andato a respingere. Da una possibile, cocente delusione, il MIlan ha ricavato il primo successo in un campionato che, date le premesse, sarà comunque difficile. Il Torino, secondo me destinato a crescere quando sarà completo e in salute (mancava anche Iago), si lecca una ferita più casuale che mortale. Difesa da rivedere soprattutto nei due centrali, centrocampo che non può rinunciare a Baselli, attacco in cui dispiegare le ali con Ljajic e Iago. Insomma, meno forza e più qualità non significa per forza di cose essere più leggeri. 

    Per Montella, nonostante i tre punti, i problemi abbondano. Paletta sarà assente a Napoli e bisognerà affrettare i tempi con Gustavo Gomez (con tutti gli inconvenienti del caso) per avere una linea a quattro almeno decente. Montolivo è giù di corda (non è una novità) e servirebbe un centrale. Per comprarlo, però, mancano i soldi. A meno che non si venda Bacca e si punti su Lapadula. Nonostante lo sembri, non è una battuta. Ma una delle molte, poco fantasiose possibilità.       

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