Getty Images
Milan, Suso: 'Montella deve restare. Closing? Non so se sia meglio o peggio'
All’andata promise una lunghissima passeggiata a piedi se avesse vinto, e il pari la salvò. Altri spunti?
"Non ci ho pensato e non lo direi più! Se lo dico non succede, oppure rischio di doverlo fare davvero".
Per far meglio che all’andata dovrebbe segnare almeno una tripletta. Se la sente?
"Sto bene, rientrato dall’infortunio non ho sentito stanchezza, anzi ho buone sensazioni. Sono a 7 gol, arrivassi a quota 10 magari sì…tornerei a casa a piedi. Ma non ci penso, giuro: preferisco fare assist".
Il Milan arriva al derby forte del vantaggio in classifica, l’Inter indebolita dalla sconfitta con il Crotone. I favoriti siete voi?
"Non penso ce ne siano mai in partite del genere. Loro cominceranno al massimo per far vedere di voler vincere, arriveranno depressi dalla sconfitta e dal ritiro anticipato. Noi però concentriamoci sul nostro lavoro: l’errore da non ripetere è non abbassarsi troppo come all’andata dopo il 2-1, semmai ci ritrovassimo in vantaggio".
Sottrazione di giocatori: chi toglierebbe agli avversari?
"Icardi, facile, perché fa gol. E poi Banega che seguivo bene al Siviglia e che qui non sta ancora andando al massimo".
Berlusconi e Montella «discutono» per lei. Il presidente la vorrebbe più vicino alla porta, per Montella è esterno da 4-3-3. Dove si risolve?
"In campo io parto largo ma spesso mi accentro, più o meno gioco trequartista. Berlusconi non mi ha mai detto come vorrebbe farmi giocare, ma dopo il derby d’andata mi fece i complimenti: “Buona partita e bei gol”".
Merito suo o anche dell’allenatore che in estate ha voluto a tutti i costi che rimanesse al Milan?
"Io sono cresciuto in concentrazione. Con Montella ci siamo trovati subito: mi piacciono il fatto che usi sempre la palla e i suoi principi di gioco. E’ uno stile adatto a me, come a Deulofeu. Spero che Montella rimanga anche se non decido io: per me è stata la persona più importante".
Con Mihajlovic non c’era altrettanto feeling?
"Con Sinisa non giocavo, all’inizio però ci parlammo e decidemmo che restassi al Milan, che non sarei andato via in prestito. Mi fece giocare trequartista con l’Empoli alla seconda giornata, togliendomi dopo meno di un’ora. Poi il nulla, non mi fece nemmeno più scaldare. Non mi ha capito, non c’era comunicazione".
Ora sta aspettando di farla: spera di parlare al più presto con i riferimenti del club per decidere del suo futuro. Corretto?
"Qui sono felice, non so più quante volte l’ho detto. Vediamo cosa succederà in estate con la società. Il closing? Non so se sia meglio o peggio, magari cambia poco. Quando ero al Liverpool ho vissuto una situazione simile: la vendita della società e l’arrivo di tanti nuovi. Io ero giovane ma avevo già giocato tante partite: mi misero lo stesso in un angolo, con un solo anno ancora di contratto. Volevo cambiare: arrivò il Milan, perfetto. Stavolta però non credo comprino troppi giocatori, almeno non esterni mancini".
Eppure qualche rinforzo non sarebbe utile alla squadra?
"Certo, basta poco per puntare la Champions, che vorrei tanto giocare. Basta cambiare poche cose, magari 4-5 giocatori per costruire una squadra più completa".
Intanto in Europa può ammirare Dybala.
"Non è da Pallone d’Oro, è troppo lontano da Messi, non c’è proprio paragone".
Dopo tutto il percorso nelle nazionali giovanili, quanto le piacerebbe arrivare alla meta?
"Se mi chiamano, corro. Magari sarei stato nel gruppo anche ultimamente se non mi fossi infortunato, ma nessuno può saperlo. Io faccio il massimo e sogno settembre, quando si giocherà Spagna-Italia".