Milan: spuntano l'arabo Al-Falasi, una cordata russa e un altro fondo USA
OFFERTA ARABA - Non è un caso se in questa fase delicata, in cui il mondo della finanza si interroga su quanto durerà Li al comando, si rincorrano voci di offerte per rilevare la maggioranza del club rossonero. In qualche modo, il Milan è percepito come azienda sul mercato. Come si legge sulla Gazzetta dello Sport, un'offerta sarebbe pervenuta da Saeed Al-Falasi, membro di una famiglia nobile degli Emirati Arabi e proprietario del gruppo International Triangle, attivo in diversi settori, dal commercio all'edilizia al brokeraggio. Non è l’unica: secondo La Repubblica, ci sono anche un altro fondo statunitense e una cordata russa che rimanda al socio di minoranza dell’Arsenal, il miliardario di origine uzbeka Alisher Usmanov.
VERSAMENTI - Mancano ancora 3 milioni all'aumento di capitale da 60 milioni deliberato lo scorso aprile e versato in più tranche da Li. C'è stato un po' di ritardo rispetto alle scadenze prefissate, ma a Casa Milan sono tranquilli e attendono il denaro nei prossimi 2-3 giorni. Il Cda rossonero dell'altro ieri è invece servito a deliberare altri 30 milioni (parte della seconda tranche da 60 milioni che era stata messa a disposizione per eventuali esigenze) utili per chiudere la stagione sportiva. D'altronde il Milan brucia ancora cassa e ha bisogno del costante supporto della proprietà, che in passato non era mancato e ora parrebbe avere qualche rallentamento.
FONDO USA - Anche per questo Elliott, il fondo che ha prestato 303 milioni (tra Milan e Rossoneri Sports), tiene gli occhi ben aperti e vigila sulla gestione. C'è un bene da difendere. Oggi intanto Mr. Li è chiamato a restituire 3 milioni a Teamway International Group Holdings, nell'ambito di un prestito ottenuto in estate con interessi al 24% e rinegoziato a inizio marzo. L'accordo prevede che, nel caso in cui Li non versi questi tre milioni, dovrà indennizzare Teamway degli interessi su un nuovo prestito ponte chiesto per ottenere il denaro, calcolati al 18% annuo.
RIFINANZIAMENTO - Il campo principale però resta il rifinanziamento del debito con Elliott - entro ottobre vanno saldati 370-380 milioni, interessi compresi - che si sta rivelando complicatissima. Il Milan ha dato mandato alla banca d’affari Merrill Lynch di rinegoziare il debito, non solo per la parte bassa (il denaro prestato al club) ma anche per la parte alta (il denaro alla società-veicolo lussemburghese di Mr. Li). I manager rossoneri continuano a essere moderatamente ottimisti e si aspettano un riscontro da Merrill Lynch entro metà aprile, con l'arrivo del denaro per giugno. Da ambienti finanziari però l'ipotesi della ristrutturazione del debito viene definita sempre meno probabile, soprattutto per le garanzie personali che potrebbe offrire Li.
UEFA - Quella del Milan quindi diventa una corsa contro il tempo che coinvolge anche le coppe e i parametri per l'iscrizione al campionato, molto più stringenti a partire dal 2018/2019. Il prossimo appuntamento, davvero cruciale, è fissato verso il 20 aprile a Nyon: quel giorno la dirigenza dovrà offrire all'Uefa la garanzia del rifinanziamento. Se ci saranno i milioni, nessun problema: dopo aver rifiutato il 'voluntary agreement', il panel del fair play Uefa concederà il 'settlement', cioè il patteggiamento, naturalmente con qualche vincolo (di mercato, di rosa) e probabili sanzioni economiche. Ma se Li non avesse rifinanziato? Il regolamento, in teoria, non lascia scampo: il panel inquirente rinvierebbe la pratica a quello giudicante chiedendo l'esclusione dalle coppe. Un'eventualità che a Nyon proprio non si augurano: dopo il Real Madrid, il Milan è la squadra che ha vinto più in Europa. In precedenza solo Galatasaray e Dinamo Mosca hanno subito l'onta dell'esclusione.
DILAZIONE - L'Uefa quindi potrebbe dare una mano, se il Milan chiedesse tempo, concedendo una dilazione: diciamo non oltre i primi di giugno (perché entro il 30 giugno andranno chiuse le iscrizioni alle coppe 2018-19). L'arrivo di un nuovo investitore risolverebbe tutti i problemi, ma anche un rifinanziamento parziale, con segnali positivi per il futuro, potrebbe spingere il panel a concedere il 'settlement'. La matassa si è così ingarbugliata che la dirigenza rossonera - da cui filtra tranquillità in vista della convocazione da Nyon - non esclude, in caso si verificassero gli scenari peggiori, un intervento di Elliott, che per evitare sanzioni più gravi dall'Uefa potrebbe garantire il debito o prolungarne la scadenza. Un'ipotesi che lo stesso fondo continua però a escludere.