Milan, serve un attaccante: Hauge ok se non possiamo permetterci Chiesa. Brahim rischia di essere come Bojan
Dopo le prime rassicurazioni sulle condizioni del braccio del croato, la società si è affrettata a far sapere che le priorità sul mercato non sono cambiate e che i primi obiettivi erano e rimangono il difensore centrale e l’esterno di centrocampo. Quindi nessuna urgenza nel tuffarsi sul mercato per trovare un attaccante di riserva. La scelta è discutibile non tanto per l’Europa League dato che in ogni caso Pioli dovrà affrontare la trasferta portoghese con Colombo titolare e Leao a mezzo servizio, quanto per le prossime gare di campionato dato che non si può ipotizzare esattamente quando sarà negativo il tampone di Ibra e quando tornerà a disposizione Ante Rebic. In ogni caso, se il Milan dovesse accedere ai gironi di Europa League, un’alternativa in attacco non farebbe male visto che i rossoneri finiranno per giocare più di 50 partite stagionali. Sappiamo che la filosofia della società, eccezion fatta per Ibra, non prevederebbe l’ingaggio di un giocatore esperto per colmare la lacuna. Ma un giovane in grado di crescere, anche senza spendere cifre astronomiche, sarebbe il caso di aggiungerlo alla rosa.
L’identikit potrebbe essere proprio quello di Hauge, appena eliminato dall’Europa League con il suo Bodo Glimt. Ma, per piacere, che non ci vengano a raccontare la favoletta del giocatore osservato da mesi e monitorato dalla fitta rete dello scouting rossonero. La verità, senza scandalizzarsi e in analogia con tante operazioni del passato, è che il giovane attaccante norvegese ha ben impressionato a S. Siro e ha attirato le attenzioni dei dirigenti rossoneri. Ben venga dunque Hauge se non ci si può permettere Chiesa, ma che arrivi almeno un altro attaccante per integrare l’organico.
Torniamo però alla vittoria di Crotone, un’altra senza subire gol a testimonianza della grande solidità difensiva. Merito sicuramente della coppia Kijaer/Gabbia, ma anche della crescita di Calabria e soprattutto della voglia di tutta la squadra di soffrire e difendere in modo molto coeso. A centrocampo Calhanoglu ha dimostrato di essere cresciuto tantissimo e di aver assunto il carattere del leader. Accanto a lui finalmente Tonali ha dato segnali importanti, nonostante una condizione fisica ancora lacunosa.
Capitolo a parte da dedicare a Brahim Diaz, il cui gol pesantissimo ha chiuso la partita e ha consentito al Milan di non vivere con angoscia il finale di gara dopo l’infortunio di Rebic. L’andaluso ha sofferto dal punto di vista soprattutto fisico l’impatto con il campionato italiano ricordando Bojan quando approdò in rossonero dopo aver segnato 60 gol in Liga con il Barcellona. Tecnica, velocità e movimenti del giovane merengue non si discutono, ma per affermarsi in Italia deve aggiungere un po’ di massa muscolare altrimenti rischia di perdersi. Soprattutto se il suo gioco continua a portarlo verso l’imbuto dell’area avversaria invece che decentrarlo sulla fascia. La sua fortuna è che con le poche alternative in attacco non mancheranno a Pioli le occasioni di farlo giocare. A partire da giovedì in Portogallo.