Milan senza Ibra:| Allegri non ha un piano B
Due pareggi, identici solo per le statistiche: quello della Juve è più pesante, occasione persa per allungare una classifica pigra; il pari del Milan, in compenso, è più compromettente, perché tocca un nervo scoperto. Ibrahimovic. Delle prime sei, vince solo la Roma, che a differenza dell’Inter ha un progetto riconoscibile e un allenatore su cui investire nella prossima stagione. Ranieri, da ieri, lo è un po’ meno.
Assistiamo a un campionato che procede per sottrazione. La Juve ha una partita in meno, una sorta di bonus vissuto da Conte come una polpetta avvelenata (tre partite in sei giorni nella settimana tra il 12 e il 18 febbraio), e fondamentalmente un problema: Marchisio e Vidal si sono presi una vacanza, comprensibile quanto pericolosa. Succede a tutti ma il loro è un caso particolare, tenuto conto che la sostanza dei bianconeri è dinamismo e aggressività. Una squadra intensa. Con il Siena lo è stata meno del solito, Conte ha variato in corsa l’assetto, scontando le ruggini di Vucinic. Ma se il motore perde cavalli, la Juve diventa prevedibile.
L’umore dominante è il rimpianto: troppi pareggi interni contro avversarie di classe medio-bassa, dal Genoa al Bologna, dal Cagliari al Siena. L’opposto del Milan, che soffre l’aristocrazia del campionato. In assoluto troppi pareggi: nove dopo 21 partite, non accadeva da 27 anni. È un’andatura compatibile con lo scudetto? Sì, fino a prova contraria. E gli unici che possono esibirla, la prova contraria, sinora si sono astenuti. Le sottrazioni di Allegri sono proverbiali: ha perso mezzo centrocampo, non ha avuto Tevez, gli è stata imposta la conferma di Pato ma deve rinunciare pure a lui, e ora incasserà la squalifica di Ibra, l’incantevole sciagurato. I guai del Milan ci sembrano più seri dalle magagne di Conte, al di là dello stucchevole dibattito su chi «perderà» il campionato. La dipendenza di Allegri dallo svedese è nei fatti, il Milan vive di grazia riflessa o negata. In questo momento negata. Il vero limite del tecnico rossonero è che non sono contemplate alternative. Il Milan non ha un piano B.
I prossimi giorni saranno sequestrati dai legulei: quella di Ibra è stata condotta violenta o no? Non è una differenza di poco conto: se fosse dimostrata la violenza, l’attaccante più decisivo della serie A salterebbe il big-match del 25 febbraio. E se non venisse dimostrata, come incautamente anticipa Galliani, la Juve farebbe esplodere i propri sospetti. Che sono tanti, dalla gestione di recuperi alla contabilità dei rigori fischiati a favore (uno solo). Avesse ragione Conte sull’esistenza di una squadra strafavorita, il clima probabilmente sarebbe migliore. Perché scaldarsi tanto per un finale scontato? Invece c’è solo una favorita, senza prefissi impegnativi, e per ora non è il Milan.