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    Milan senza carattere: zero rimonte

    Milan senza carattere: zero rimonte

    • Federico Albrizio
    Il Milan cade ancora una volta allo Juventus Stadium, che si conferma un vero e proprio tabù per i rossoneri, e vengono scavalcati in classifica dai bianconeri dell'ex Allegri. Non c'è solo la classifica a preoccupare i tifosi e la società, c'è un altro dato che certifica la convalescenza non ancora superata: come in tutte le altre occasioni in questa stagione (Fiorentina, Inter, Genoa, Napoli) il Milan non è più capace di rimontare. Per trovare l'ultima rimonta compiuta dai rossoneri bisogna tornare allo scorso 30 maggio, ultima di Serie A contro l'Atalanta: 1-3 a Bergamo con le reti di Pazzini e Bonaventura a rispondere a Baselli.

    COLPE CONDIVISE - Il problema ha radici profonde e le responsabilità sono condivise da tutte le parti in causa. I giocatori in campo sono ancora prede facili della paura e dell'insicurezza ereditate da tre stagioni vissute ben al di sotto delle aspettative e della tradizione del Milan. Sinisa Mihajlovic ha provato a dare una mentalità più forte e consapevole chiedendo alla squadra di dare continuità alla prestazione dell'Olimpico contro la Lazio, ma la missione non è ancora compiuta e anche sul piano tecnico non manca qualche decisione discutibile: questa sera ad esempio la gestione dei cambi, arrivati in maniera tardiva e dunque non in grado di dare una sterzata alla partita. Ultima ma non per importanza la società: il gruppo è un mix di esperti e giovani, ma manca un leader, manca un Ibrahimovic (per citarne uno), qualcuno che abbia le qualità per trascinare i compagni in momenti di difficoltà.

    FUORI LA GRINTA - La sconfitta non condanna il Milan, ma non è neanche indolore: il quinto passo falso della stagione, il quarto contro una diretta concorrente per le prime posizioni (obiettivo dichiarato da società e allenatore) ridimensiona inevitabilmente le ambizioni e le certezze della squadra. Diventa un must ripartire subito dalla prossima sfida con la Sampdoria, affidandosi alla sfrontatezza dei più giovani: Niang, Romagnoli e Donnarumma sono stati i più grintosi in campo, Mihajlovic e i tifosi sperano che il loro entusiasmo siano la scintilla per riaccendere il gruppo.

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