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    Milan-Samp: Cerci, impara da Eder

    Milan-Samp: Cerci, impara da Eder

    Se giochi da attaccante in un tridente, la parola che devi stamparti nel cervello è sacrificio. Prima ancora di gol, dribbling, tiro. Devi essere disposto a correre, ad aiutare, a ripiegare, a dare una mano ai centrocampisti e a farti vedere dai difensori che devono effettuare il disimpegno. Questo è il compito di un attaccante moderno. Eder conosce a memoria lo spartito, si mette a disposizione della squadra e la squadra lo cerca nei momenti di difficoltà. Cerci, invece, dimostra di essere a suo agio (e non troppo...) nella fase offensiva, ma molto in crisi quando si tratta di difendere e contrastare gli avversari. E allora, siccome non esistono al mondo squadre che si possono permettere tre attaccanti fissi, ecco che il Milan va in apnea, mentre la Sampdoria sfrutta i movimenti delle punte per costruire azioni pericolose. 

    TANTO LAVORO - Eder sgobba come un facchino avanti e indietro sulla fascia, sia a destra sia a sinistra. Nei minuti di recupero lo trovi a difendere su De Sciglio che si prepara al cross. I tocchi di Eder sono 41, non tantissimi. Però sempre preziosi: un tiro nello specchio e uno fuori, 21 passaggi (solo 3 errori), 5 cross e un’occasione creata. Inoltre, nella sua prestazione, si trovano 3 dribbling tentati, 4 recuperi. Certo, ci sono anche i 15 palloni persi, ma a un attaccante si possono concedere anche queste leggerezze. Di Eder restano negli occhi la capacità di sacrificarsi e la resistenza nella corsa. 

    POCO INCISIVO - Cerci è impreciso vicino alla porta e non sempre si trova a suo agio con i compagni di reparto. Partendo da destra, il suo compito è convergere e sparare in porta con il sinistro: lo fa poco. Da sottolineare le 3 sponde che effettua a beneficio dei compagni e i movimenti che consentono le volate del terzino sulla fascia. ma è troppo poco per uno come lui. 

    di Andrea Schianchi - La Gazzetta dello Sport
     


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