Difficile giudicare in maniera del tutto esaustiva le operazioni di mercato del Milan in questa sessione invernale. Prima e dopo l'allontanamento di Allegri e l'arrivo di Seedorf, Galliani ha ripetuto come un mantra che la necessità principale fosse ridurre sensibilmente il numero dei giocatori in rosa ma, a conti fatti, l'obiettivo è stato centrato solo in parte. 31 erano gli elementi a disposizione in data 1° gennaio, 29 sono quelli sui quali dovrà contare da oggi fino a fine campionato il nuovo allenatore. Che ha dovuto prendere atto dei rifiuti di Constant e Saponara ai prestiti a Napoli e Parma e dell'impossibilità di trovare una sistemazione a poche ore dalla chiusura a Zaccardo e ha premuto per mantenere in organico i giovani Gabriel e Cristante. E le ultime battute del calciomercato non hanno portato in dote nemmeno quell'esterno (Biabiany) che avrebbe consentito di avere una soluzione in più per il reparto dei trequartisti e che avrebbe probabilmente posto le premesse per una cessione di Robinho in Brasile entro marzo. Senza contare che se sono andati due giocatori come Matri e Niang, a cui è bastato cambiare maglia per ritrovarsi e che non hanno portato un euro in cassa.

Il mancato approdo del giocatore del Parma è stato dettato principalmente dall'assenza di risorse economiche, che avrebbero permesso di accontentare la richiesta del club emiliano di acquistare il francese a titolo definitivo, e così Galliani ha dovuto inventarsi una serie di operazioni a costo zero che non hanno aumentato più di tanto la cifra tecnica della squadra. Rami, Honda, Essien e Taarabt forniscono solo delle alternative in più a Seedorf, che è riuscito a incidere solo a metà, condizionando gli arrivi degli ultimi due giocatori di questa lista. Ecco perchè la grande scommessa del Milan è che a risultare più determinante dei calciatori sia proprio la nuova guida tecnica, chiamata a rivitalizzare un gruppo depresso dalla prima parte di stagione senza reali rinforzi di peso ma solo con la forza delle sue idee.