
Milan: Pulisic, Loftus-Cheek o Reijnders? Un problema da '10'. Il nodo trequarti e l'idea per il futuro
- 84
FONSECA E LA CONVINZIONE PULISIC
Nel corso delle amichevoli estive che hanno visto il Milan protagonista, il tecnico Fonseca ha più volte ribadito come Christian Pulisic, in qualità di trequartista, fosse la scelta adatta allo stile di gioco e alla filosofia dell’allenatore portoghese: un calcio offensivo, spregiudicato, denso di ri-aggressione immediata e proposte in verticale, grazie alle combinazioni dei propri elementi in attacco. La vittoria ai rigori contro il Barcellona aveva fornito buone sensazioni: il ruolo da 10 sembrava cucitogli su misura. Segnava, faceva segnare, dava fantasia e regala imprevedibilità tra le linee. Normale che, con il debutto ufficiale in campionato, l’americano fosse confermato in quella posizione. Risultato? Una prova incolore. Ed ecco che lo statunitense torna sulle fasce e registra un gol e un assist nelle due successive partite.
E POI ARRIVA LOFTUS
Sfide, quelle contro Parma e Lazio, che hanno visto Ruben Loftus-Cheek protagonista in quella zona del campo, una scelta del tutto simile a quella presa dallo stesso Stefano Pioli nell’ultima annata. Chiaro che un giocatore della composizione fisica dell’ex Chelsea abbia bisogno di maggior tempo per entrare nella condizione ideale per dare il proprio apporto alla causa rossonera. Di tempo, però, non ce n’è ancora molto a disposizione, visto il pessimo avvio che ha visto il Milan registrare solo due punti in classifica in tre giornate. Il rendimento generale non è senz’altro sufficiente e, ora più che mai, serve definire una questione importante: chi sarà il riferimento prescelto (se ci sarà) per cucire le trame offensive e fare da collante tra centrocampo e attacco? Pulisic ha sì già giocato in quella zona, ma ha dimostrato di trovarsi più a suo agio come esterno, mentre Loftus-Cheek non è un rifinitore di primo pelo, è un corazziere, un compromesso che, più che dare spunti sulla trequarti, offre un’opzione in più per dare maggior peso in area di rigore. Quindi, oltre a continuare questo dualismo, si può risolvere l’enigma?
OPZIONE 1: 4-3-3 E REIJNDERS
Prima ipotesi: cambiare assetto tattico, passando a un 4-3-3 maggiormente equilibrato e dando maggior spazio di manovra a Tijjani Reijnders. Si guardi come, sabato e questa sera, Koeman ha utilizzato il centrocampista rossonero durante le sfide dell'Olanda con Bosnia e Germania in Nations League. Il commissario tecnico lo ha schierato come fulcro del suo centrocampo a tre. L’olandese si abbassava davanti alla difesa in fase di non possesso e si alzava sulla trequarti durante le azioni offensive, duettando e dando maggiori geometrie alle proposte offensive. Un’opzione replicabile anche al Milan, inserendo due mediani di sostanza (come Fofana e uno tra Musah, lo stesso Loftus-Cheek e i giovani Vos e Zeroli) che darebbero maggiore protezione alla difesa, regalando maggior spazio centrale a Reijnders, che potrebbe essere più libero di avanzare sulla trequarti e dialogare con Pulisic a destra e Leao sulla sinistra dietro alla punta centrale Morata o Abraham. Un 4-3-3 di facciata, pronto a mutarsi in base ai contesti e alle situazioni.
OPZIONE 2: PENSARE AL FUTURO
E qui, diamo già uno sguardo al futuro, lanciando una provocazione. In un’epoca, l’attuale rossonera, che ha visto alternarsi Hakan Calhanoglu (tuttora il miglior trequartista per rendimento con 13 reti e 18 assist in Serie A con la divisa dei meneghini), Brahim Diaz (che visse il suo momento d’oro nel club di Via Aldo Rossi grazie a una mediana composta da Kessié e Tonali) e Charles De Ketelaere (che ha dimostrato il suo talento a Bergamo, con la maglia dell’Atalanta, lontano dai riflettori di San Siro), perché non cambiare strategia? Mantenendo il 4-2-3-1 o modificando il 4-3-3, si potrebbe pensare di andare a investire in quella zona del campo, cercando una soluzione efficiente sul mercato già da gennaio. Oppure, si potrebbe dare fiducia a un talento che si è già espresso a buonissimi livelli come Mattia Liberali, talento cristallino del Milan Futuro che si era aggregato alla prima squadra durante la tournée estiva, fornendo ottime risposte a Fonseca e allo staff. In Serie C sta dando prova della sua classe: il classe 2007 cerca il pallone, è sempre in movimento, sa cambiare posizione in funzione della giocata che deve fare ed è capace di leggere sempre con anticipo lo sviluppo dell’azione. Ci vorrebbe coraggio per il presente, ma per il futuro ha in mano una gemma da sgrezzare e rendere il suo prossimo vero numero 10.