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Milan più forte dell'Inter, peggiorata rispetto a maggio: non basta scimmiottare Mourinho
Sorprendente Diaz, non Rebic. Semmai il croato ha sorpreso l’anno scorso, quando s’era avvitato su se stesso e i suoi malanni, forse meno immaginari di come sospettavano a Milanello. L’ha scelto Boban, che ha scelto anche Leao e Bennacer. Una garanzia. Partite belle come quella con l’Udinese, Diaz ne aveva già giocate nelle sue due precedenti stagioni in rossonero, segnando anche gol più importanti. Il problema è che sono state poche e sotterrate dalla stragrande maggioranza di quelle deludenti. Per questo il Milan ha fatto il grande investimento di mercato proprio nel suo ruolo. Diaz è parso anche fisicamente ispessito, che non sarebbe male. De Keteleare può crescere in pace e ampliare il ventaglio di soluzioni offensive. Con così tanti giocatori di qualità, Pioli avrà di che divertirsi e con lui i tifosi del Milan.
L’Inter no, l’Inter è più indietro di com’era il 22 di maggio. Lukaku porta gol, ma l’Inter segnava già tanto, più di tutte le altre. Lukaku non è Dzeko, con lui al centro dell’attacco, la squadra va cambiata e Inzaghi ancora non c’è riuscito. Lo hanno detto le amichevoli e anche il successo di Lecce. Conte lasciava letteralmente il pallone agli avversari per farli scoprire e lanciare la sua freccia: meglio che Inzaghi vada a rivedersi in fretta certe partite di quell’Inter, anche giocate in casa, anche contro avversari poi retrocessi. Sembravano dominare territorialmente, poi però vinceva l’Inter.
Tutti o quasi abbiamo applaudito lo scorso anno al bel gioco voluto e creato da Inzaghi, solo le vedove di Conte rispuntarono fuori dopo Bologna. Pensare di innestarci Lukaku dopo aver perso Perisic (Gosens al momento non è presentabile) senza avere un rigetto, è il più colossale degli errori che Inzaghi potrebbe fare. Il calendario gli ha dato una mano (dopo il Lecce arriverà lo Spezia), ma già all’esordio si è capito che le amichevoli sono finite. E poi alla terza giornata ci sarà la Lazio, alla quinta il derby. Insomma, c’è da correre. E sperare che il mercato in uscita sia chiuso davvero, cosa cui per primi gli stessi Inzaghi e Marotta sembrano non credere, quando la dicono.
Un’ultima annotazione sul rigore dato al Milan contro l’Udinese, che non è stato decisivo, ma che certo ha dato una grossa mano a Pioli, in un momento in cui la squadra poteva andare in affanno. Fischiato dall’arbitro a velocità normale, nella concitazione della partita, sarebbe stato un errore comprensibile. Assegnato col Var, è un imperdonabile non senso, soprattutto quando si è appena dichiarata pubblicamente guerra ai rigorini.
@GianniVisnadi