Milan, Pioli come Sacchi: amichevoli 'da Champions' per puntare all'Europa
Qualcuno ha storto il naso per la scelta di avversari di così alto spessore: tra due giorni durante il ritiro emiratino il Milan affronterà il Liverpool e poi, prima del ritorno del campionato, ci sarà la sfida contro il PSV Eindhoven. Tre partite che profumano maledettamente di Champions, tra l’altro con ricordi agrodolci per i colori rossoneri. Si è eccepito sull’opportunità di mettersi alla prova con squadre di questo tipo e sulla concreta possibilità di incappare in brutte figure, soprattutto senza i big a disposizione. Invece noi siamo totalmente d’accordo sulla scelta, anzi crediamo che lasci chiaramente intendere quale sia l’obiettivo primario del Milan in questa stagione 2022/23.
Lo aveva anticipato Maldini nell’intervista dopo la vittoria sul Salisburgo: nel DNA del Milan non c’è la filosofia di primeggiare in Italia, ma in Europa. E nessuno meglio dell’ex capitano rossonero può inclulcarla in questo gruppo-squadra. Per carità, le partite di campionato sono e saranno importanti, ma l’appuntamento con la storia è quello lì: la doppia sfida di Champions contro il Tottenham.
Difficilissima di sicuro, ma altrettanto certamente il miglior accoppiamento che potesse capitare. Tutto il mondo rossonero ha spostato il focus sulla solita amatissima Champions. Lo ha fatto capire anche Ibra con le sue esternazioni iperboliche quando non esclude addirittura la possibilità di vincerla. Queste parole dello svedese quasi pronto al rientro hanno ricordato molto la sua dichiarazione d’intenti di due anni fa, quando diceva che il Milan avrebbe lottato per lo scudetto e tutti lo guardavano come un “pazzo”. Lo ricorda lui stesso e ha ragione. Se Ibra parla della Champions un motivo c’è, se Maldini parla della Champions un motivo c’è. Significa che nello spogliatoio di Milanello le vere vibrazioni si sentono per l’impegno europeo, molto più che per il campionato.
Il fatto che Scaroni, in una recente intervista, dica il contrario e sostenga che ci siano buone sensazioni per il bis in Italia non ci fa cambiare idea. Del resto in questi anni, tra cinesi e stadio, il presidente ne ha sbagliate tante di previsioni. Anche se si appresta a svolgere la propria funzione con la terza proprietà nel giro di pochi anni. Altra parentesi: credo sia la prima volta nella storia che un club di calcio cambi tre volte proprietario e il presidente rimanga sempre lo stesso. Ma tant’è.
Torniamo al sogno Champions o, se preferite, al mirino puntato da Milanello sul passaggio del turno contro gli Spurs. Lo stesso Ibra sta finalizzando il proprio pieno recupero per la doppia sfida europea. Pioli sta impostando una preparazione “strong” che ha proprio l’obiettivo di portare la squadra al top della forma in concomitanza con la ripresa della Champions League. Di questo percorso fa parte anche la scelta degli avversari nelle amichevoli invernali.
Una scelta che nell’estate del 1988 aveva operato niente po’ po’ di meno che Arrigo Sacchi. All’epoca la preparazione estiva delle squadre di Serie A era per lo più caratterizzata dalle sgambate con le rappresentative valligiane. Invece Sacchi, fresco di scudetto, studiò per il Milan una calda estate a base di Real Madrid (due volte), Manchester United, Tottenham, Bayern Monaco e chi più ne ha più ne metta. Il suo obiettivo era quello di abituare il Milan alle sfide internazionali di alto livello. Dopo quell’estate di Coppe Campioni ne vinse due di fila. Evidentemente la cura aveva funzionato. Ovviamente i tempi sono cambiati e i valori in campo pure. Ma la strategia di Maldini è la stessa e che il Milan si appresti a preparare un grande ottavo di Champions League non abbiamo alcun dubbio.