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    Milan, perché è ingiusto prendersela con Messias

    Milan, perché è ingiusto prendersela con Messias

    • Federico Zanon
    Sul banco degli imputati. Junior Messias agli occhi dei tifosi è il principale colpevole di un Milan che fatica a fare gol, di un Milan che si piace troppo senza essere pericoloso, di un Milan che pende solo a sinistra, dalla parte di Leao, perché "dall'altra c'è da mettersi le mani nei capelli". Punti di vista, opinioni di chi ha tutto il diritto di criticare, ma incomplete, parziali, di chi ha la memoria corta. Per avere un giudizio corretto bisognerebbe avere una visione ad ampio raggio, senza farsi accecare dalla rabbia. In troppi si dimenticano quello che è stato Messias, da chi è stato scelto e quello che sta facendo, con addosso una maglia gloriosa che pesa come un macigno. 

    In troppi non si ricordano che nel 2013 faceva il fattorino e giocava con lo Sport Warique, squadra di peruviani iscritta al campionato UISP. E senza andare troppo lontano, che l'anno scorso ha segnato 9 gol in Serie A con un Crotone poi retrocesso, che ora lotta per restare in Serie B. Messias non hai mai preteso nulla, i suoi traguardi li ha raggiunti solo con il duro lavoro, senza regali. E non hai perso l'umiltà e lo spirito di sacrificio.  E' arrivato al Milan a 30 anni per volontà di Paolo Maldini, mica uno qualunque, e nel Milan ha dimostrato di poterci stare. Ha segnato 4 gol in campionato e 1 in Champions League, nella notte magica del Wanda Metropolitano contro l'Atletico Madrid.

    In un anno è passato da lottare per difendere la Serie A a dare il suo contributo nella corsa allo scudetto. Catapultato su un altro pianeta, in uno stadio esigente come il Meazza, con tutte le pressioni del caso. La verità è che Messias del Milan può essere una risorsa, non può essere sempre il titolare che spacca le partite. Ma erano queste le aspettative un'estate fa? 

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