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Milan: per Torres il tempo è scaduto
"Ho il dovere di provarci con Torres, si è dato da fare, era una partita complicata. Siamo stati bravi con questo modulo, avevamo in campo tanti giocatori offensivi. Penso che ritornerà presto al gol, me lo auguro perché ne abbiamo bisogno. Ho cercato di mettergli vicino tre giocatori, migliorare la qualità davanti per favorirlo. Cerco di mettere la squadra migliore per farlo rendere al meglio, lui dà tutto quello che ha, non si può rimproverargli niente. Crespo con Ancelotti si è sbloccato e ne ha fatti tanti. In allenamento Torres lo vedo vivo altrimenti non lo manderei in campo. In panchina ho uno come Pazzini che oggi stavo per mettere in campo per El Shaarawy, poi lui ha avuto quella grande occasione". Filippo Inzaghi oppone l'ultima disperata difesa nei confronti del vero oggetto misterioso dell'ultimo mercato rossonero e lancia nel contempo un messaggio ai naviganti: le occasioni stanno per finire e in panchina c'è un giocatore scontento e desideroso di mettersi in luce prima, probabilmente, di salutare per sempre.
STATICITA' - Un solo gol in 589 minuti in campionato e una presenza spesso impalpabile durante le partite. Il Milan si sta rendendo conto di aver ingaggiato dal Chelsea la copia sbiadita del vero Fernando Torres, un giocatore oggi non in grado di fare la differenza nemmeno in un campionato mediocre come quello italiano. Nel primo derby in rossonero mai un tiro verso la porta, mai un movimento a suggerire la palla in profondità o per partecipare alla costruzione della manovra. A soli 30 anni, lo spagnolo sembra già un calciatore avviato verso il pensionamento anche sotto il profilo della tenuta fisica; da sempre la sua qualità principale è stata la rapidità nell'andare in verticale, una dote svanita progressivamente nel corso della sua triste permanenza al Chelsea. Eppure, la versione sempre più statica e immaliconita del campione che fu con l'Atletico Madrid e il Liverpool non può non sollevare i primi veri dubbi sui motivi che hanno portato Mourinho a regalare il cartellino dello spagnolo al Milan (prestito biennale) senza opporre resistenza.
15 MILIONI BUTTATI VIA? - Il precedente Essien avrebbe dovuto essere di insegnamento, invece Galliani è ricascato nel solito errore di puntare più sul prezzo del giocatore che sul valore tecnico e sulla compatibilità tattica dello stesso con gli schemi proposti dall'allenatore di turno. Al netto della sua impalpabilità, Torres non viene messo nelle condizioni di rendere al meglio, lui abituato da sempre a giocare in formazione che proponevano un calcio d'attacco e con compagni al fianco di grande qualità. Nel Milan di oggi, non esiste un'idea di gioco e i rifornimenti per qualsiasi centravanti rasentano lo zero, eppure è da troppi anni (dall'addio di Ibrahimovic) che in rosa non c'è un numero 9 degno di questo nome. Il tempo per Torres sta per scadere e, nel caso in cui le prestazioni dovessero rimanere su questi livelli, non è nemmeno da escludere che a giugno Milan e Chelsea tornino a sedersi attorno a un tavolo per valutare la situazione. In questa stagione il club londinese si è sobbarcato le prime due mensilità dell'ingaggio da 4 milioni netti a stagione del Nino, che l'anno prossimo sarà interamente a carico dei rossoneri. 15 milioni lordi, tanto rischia di costare l'ennesima scommessa andata male (?) di chi una volta non sbagliava un colpo. Anche sul mercato.
I NUMERI DI TORRES IN QUESTA STAGIONE:
STATICITA' - Un solo gol in 589 minuti in campionato e una presenza spesso impalpabile durante le partite. Il Milan si sta rendendo conto di aver ingaggiato dal Chelsea la copia sbiadita del vero Fernando Torres, un giocatore oggi non in grado di fare la differenza nemmeno in un campionato mediocre come quello italiano. Nel primo derby in rossonero mai un tiro verso la porta, mai un movimento a suggerire la palla in profondità o per partecipare alla costruzione della manovra. A soli 30 anni, lo spagnolo sembra già un calciatore avviato verso il pensionamento anche sotto il profilo della tenuta fisica; da sempre la sua qualità principale è stata la rapidità nell'andare in verticale, una dote svanita progressivamente nel corso della sua triste permanenza al Chelsea. Eppure, la versione sempre più statica e immaliconita del campione che fu con l'Atletico Madrid e il Liverpool non può non sollevare i primi veri dubbi sui motivi che hanno portato Mourinho a regalare il cartellino dello spagnolo al Milan (prestito biennale) senza opporre resistenza.
15 MILIONI BUTTATI VIA? - Il precedente Essien avrebbe dovuto essere di insegnamento, invece Galliani è ricascato nel solito errore di puntare più sul prezzo del giocatore che sul valore tecnico e sulla compatibilità tattica dello stesso con gli schemi proposti dall'allenatore di turno. Al netto della sua impalpabilità, Torres non viene messo nelle condizioni di rendere al meglio, lui abituato da sempre a giocare in formazione che proponevano un calcio d'attacco e con compagni al fianco di grande qualità. Nel Milan di oggi, non esiste un'idea di gioco e i rifornimenti per qualsiasi centravanti rasentano lo zero, eppure è da troppi anni (dall'addio di Ibrahimovic) che in rosa non c'è un numero 9 degno di questo nome. Il tempo per Torres sta per scadere e, nel caso in cui le prestazioni dovessero rimanere su questi livelli, non è nemmeno da escludere che a giugno Milan e Chelsea tornino a sedersi attorno a un tavolo per valutare la situazione. In questa stagione il club londinese si è sobbarcato le prime due mensilità dell'ingaggio da 4 milioni netti a stagione del Nino, che l'anno prossimo sarà interamente a carico dei rossoneri. 15 milioni lordi, tanto rischia di costare l'ennesima scommessa andata male (?) di chi una volta non sbagliava un colpo. Anche sul mercato.
I NUMERI DI TORRES IN QUESTA STAGIONE: