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    Milan, ormai Locatelli è indispensabile: ma cosa ha fatto per diventarlo?

    Milan, ormai Locatelli è indispensabile: ma cosa ha fatto per diventarlo?

    • Alessandro Di Gioia
    Adriano Galliani lo ha detto esplicitamente, Vincenzo Montella lo ha confermato con le scelte di formazione per Milan-Atalanta: Manuel Locatelli è ormai indispensabile per il club rossonero, tanto che il classe '98 di Lecco è stato appositamente preservato nella sfida di San Siro di sabato contro i bergamaschi in vista della Supercoppa italiana di venerdì, in programma a Doha contro la Juventus, essendo diffidato e quindi a rischio squalifica. 

    MEGLIO DI KAKA' E SHEVA? - Una scelta che, se da un lato è comprensibile vista l'assenza del titolare del ruolo Montolivo e la mancanza di una vera e propria alternativa a parte Bertolacci, reduce comunque da un infortunio e quindi non ancora in grado di supportare la squadra per 90', dall'altro fa abbastanza discutere: perché sacrificarlo in una gara importante come quella contro Gasperini e i suoi, che poteva portare fondamentali punti in ottica qualificazione Champions, in vista di un match che, per quanto possa valere la conquista di un trofeo, rimane comunque molto complicato, visto il nome dell'avversario? In passato discorsi del genere non venivano fatti nemmeno per fenomeni come Kakà o Shevchenko, fa specie che ora si facciano per un giovane dal valore indiscusso ma non certo indispensabile per l'alchimia del gioco di Montella.

    SERVE PERSONALITA', MA IL RAGAZZO SI FARA' - La scelta politica, come l'ha definita Galliani, non ha convinto: una salvaguardia forse eccessiva, anche considerate le ultime prestazioni disputate da Locatelli. Intendiamoci, per un 18enne come lui non è semplice giocare nel Milan, in un ruolo chiave come quello del volante davanti alla difesa, e avrà tutto il tempo necessario per crescere e migliorare: certo è che, dopo lo splendido esordio e le due reti decisive realizzate contro Sassuolo e Juventus, il livello del suo gioco è vistosamente calato, soprattutto dal punto di vista della personalità, paradossalmente l'aspetto in cui aveva convinto di più, all'inizio. A volte qualche passaggio indietro di troppo, a volte una tempistica di gioco non eccelsa: serve una maggior capacità di prendersi  responsabilità, per potere essere decisivo sin da subito, a partire magari da Doha. Ma d'altronde, come cantava De Gregori, "il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette". Nel frattempo, ha vinto l'X-Factor di CM.

    @AleDigio89

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