Milan, perché Origi è perfetto per il Piolismo
IL COLPO DI TESTA - Di tutti i 41 gol segnati da Origi nelle 6 stagioni al Liverpool, ben 10 li ha realizzati di testa. Nell’ultima appena conclusa, sono addirittura la metà del totale, ovvero 3 su 6, considerando anche le Coppe (vedi ad esempio quello contro il Milan in Champions). Qui sotto riporto giusto per intenderci un duello areo con il centrale dei Magpies Lascelles, stravinto da Origi, e risalente al maggio del 2019. Uno dei tanti gol vittoria di Divock.
È una caratteristica importante, questa del colpo di testa, perché Origi in passato (soprattutto nel Lilla) veniva impiegato molto anche da esterno. Quindi abbiamo dinamismo e presenza in area (non a caso era alla corte di Klopp…). La sua evoluzione l’ha portato comunque a specializzarsi al centro del fronte d’attacco, una parabola inversa a quella di Leao, che invece si è affermato quest’anno proprio come esterno. Ricordate il periodo in cui non si capiva a modo se fosse carne o pesce il portoghese? Il problema era forse impostato male. Oggigiorno i giocatori ibridi, cioè quelli in grado di fare tante cose nell’ultimo terzo di campo sono ricercatissimi, e specialmente da un allenatore come Pioli che là davanti ama vedere molti interscambi, molta fluidità. Il Milan con Origi ne avrebbe un altro di questi giocatori ibridi, oltre a Rebic e Leao, anche se Origi rimane il più centravanti dei tre. Di certo Divock è più dinamico di Giroud, e quindi alzerebbe certamente il livello dell’intensità e delle ripartenze.
VELOCITÀ D’ESECUZIONE - Questa compresenza di qualità da esterno e da centravanti si rivela spesso in determinate situazioni spalle alla porta (in prossimità dell’area o dentro). Qui la velocità d’esecuzione di Origi è in grado di generare grattacapi seri e improvvisi per i difensori avversari. Prendiamo due esempi e partiamo dal primo: il 30 ottobre 2019, in EFL Cup, il centravanti di Klopp segna una doppietta all’Arsenal. Ecco l’azione del primo gol.
Curtis Jones cerca d’esterno la punta, Origi si trova addosso la linea difensiva dei Gunners, apparentemente più stretta da una parte che dall’altra. Grazie a una giocata, ma forse dovremmo dire grazie alla rapidità di esecuzione di questa sterzata col tacco (vedi sotto), Origi si crea un varco tra centrale e terzino.
Un varco per liberare in porta il destro, che è il suo piede preferito. Ciò che sempre ammiriamo nei giocatori del Liverpool, dal primo all’ultimo, è proprio questo speciale rapporto fra tecnica e velocità d’esecuzione. E Origi non è da meno. Non mi sorprende per questo l’interessamento di Pioli, che vede nel calcio intenso di Klopp uno dei suoi riferimenti principali.
Ecco, ancora, un gol più recente, segnato al West Ham lo scorso 7 novembre. Il concetto è quasi lo stesso, solo che stavolta Origi si gira dall’altra parte, addomesticando una palla a mezza altezza.
Dawson, il suo marcatore, commette l’errore di sbilanciarsi preventivamente sul destro di Origi. Il centravanti dei Reds lo sente, e in un attimo lo punisce voltandosi dall’altra parte e calciando a incrociare col mancino. Palla nell’angolo lontano.
Sì, perché Origi ha questo tiro secco con entrambi i piedi, e preciso. Basti pensare al gol che fece nella finale di Champions contro il Tottenham, anche lì controllo e tiro a incrociare (sempre di mancino, sempre fulmineo).
ESTERNO? - Però qualche movimento da esterno gli è rimasto dentro, guardate qui sotto questa rete contro il Watford. Ecco perché sarebbe una carta diversa da Giroud… Non tanto perché al Milan andrebbe a fare l’esterno (certo che no!), ma perché trovandosi col pallone tra i piedi in circostanze analoghe, avrebbe colpi a disposizione nella sua ‘memoria tecnica’.
Infatti Origi può puntare un terzino e scaricare il destro (dentro o fuori area) con movenze che ricordano quelle di un classico esterno. Qui ad esempio sembra addirittura Leao (non è un paragone, mi raccomando).
PROFONDITÀ - Infine gli attacchi alla profondità. Origi ne garantirebbe certamente di più di Giroud e Ibra, va da sé. Col centravanti del Liverpool i rossoneri guadagnerebbero una minaccia da esercitare contro le difese alte degli avversari, liberando in questo modo lo stesso Leao da questa funzione. O meglio, si spartirebbero il compito di allungare e minacciare costantemente la linea difensiva nemica, senza un’assegnazione eccessivamente rigida delle ‘cose da fare’. Più libertà significa più imprevedibilità, in teoria. Ecco un bel movimento da prima punta di Origi contro l’Everton, su lancio lungo del centrale Lovren (dicembre 2019).
Avere a questa altezza di campo non solo una palla morbida per la testa di Giroud o Ibra che vanno incontro ai difensori, ma anche un’ opzione ‘sopra’-‘oltre’ l’ultima linea avversaria è molto vantaggioso in generale e soprattutto nella complessità del calcio contemporaneo.
Origi naturalmente è anche una ‘belva’ da transizione. Lo si capisce bene guardando questo scatto premiato dall’assist di Mané sempre nella stessa Liverpool-Everton.
Fece doppietta, quel giorno. Insomma Origi consentirebbe al Milan di ripartire in transizione con una freccia in più, puntata dritto verso la porta. Non solo treni sulla fascia sinistra (Leao, Theo, Rebic), ma anche lungo l’asse centrale.