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Milan: ora Montella si scopre anche mago del turn-over
Non c'era bisogno dell'ultima vittoria sul Chievo per avere rassicurazioni in tal senso, ma ancora una volta Vincenzo Montella ha dimostrato di essere il vero valore aggiunto di un Milan che continua ad inseguire un posto in Europa. A -3 dal quarto posto, a -7 dalla zona Champions a 11 turni dalla fine del campionato, il tecnico rossonero ha saputo tenere a galla un gruppo tecnicamente inferiore a molte delle sue concorrenti e resistendo agli scossoni che l'estenuante trattativa per la cessione del club avrebbe potuto creare.
GIOCATORI RIGENERATI - Ma, al di là della bravura nell'isolare la squadra dai problemi di carattere ambientale, il vero merito di Montella è stato di far sentire tutti i giocatori a disposizione parte di un progetto comune, non lasciando per strada nemmeno quelli che per buona parte della stagione sembravano essere dei corpi estranei. I casi più emblematici sono quelli degli argentini Vangioni e Sosa, tra le sorprese più belle della recente serie di 5 risultati utili consecutivi. Per conseguire l'obiettivo di riportare il Milan in Europa dopo 3 anni di assenza, l'allenatore rossonero non vuole lasciare nulla di intentato e il turn-over, concetto preso in considerazione sporadicamente nella prima parte del campionato, è diventato ora un'ulteriore risorsa da sfruttare fino in fondo.
IL TRASFORMISTA - Molte delle gerarchie prestabilite sono saltate, salvo rarissime eccezioni nessuno ha più una maglia da titolare assicurata e questo ritrovato spirito di competizione offre a Montella un ventaglio di alternative più ampio e la possibilità di rendere ancora più imprevedibile la propria squadra. Già nelle ultime settimane, il Milan ha cambiato pelle in più di un'occasione, variando modulo e disposizione dei giocatori a seconda dell'avversario e a seconda delle situazioni, come lo slittamento di Suso in posizione di trequartista o l'avanzamento di Bertolacci che in certe fasi della gara muta il 4-3-3 di partenza in un 4-2-3-1. Un trasformismo che può essere il vero asso nella manica da calare per la corsa all'Europa con un Montella sempre più calato nella parte di vero fuoriclasse di questo Milan.
GIOCATORI RIGENERATI - Ma, al di là della bravura nell'isolare la squadra dai problemi di carattere ambientale, il vero merito di Montella è stato di far sentire tutti i giocatori a disposizione parte di un progetto comune, non lasciando per strada nemmeno quelli che per buona parte della stagione sembravano essere dei corpi estranei. I casi più emblematici sono quelli degli argentini Vangioni e Sosa, tra le sorprese più belle della recente serie di 5 risultati utili consecutivi. Per conseguire l'obiettivo di riportare il Milan in Europa dopo 3 anni di assenza, l'allenatore rossonero non vuole lasciare nulla di intentato e il turn-over, concetto preso in considerazione sporadicamente nella prima parte del campionato, è diventato ora un'ulteriore risorsa da sfruttare fino in fondo.
IL TRASFORMISTA - Molte delle gerarchie prestabilite sono saltate, salvo rarissime eccezioni nessuno ha più una maglia da titolare assicurata e questo ritrovato spirito di competizione offre a Montella un ventaglio di alternative più ampio e la possibilità di rendere ancora più imprevedibile la propria squadra. Già nelle ultime settimane, il Milan ha cambiato pelle in più di un'occasione, variando modulo e disposizione dei giocatori a seconda dell'avversario e a seconda delle situazioni, come lo slittamento di Suso in posizione di trequartista o l'avanzamento di Bertolacci che in certe fasi della gara muta il 4-3-3 di partenza in un 4-2-3-1. Un trasformismo che può essere il vero asso nella manica da calare per la corsa all'Europa con un Montella sempre più calato nella parte di vero fuoriclasse di questo Milan.