Milan, oltre 400 milioni per tre anni disastrosi: l'esempio da seguire è l'Atalanta
Il Milan ha cambiato 2 proprietà e di entrambe i contorni non sono ancora chiari. Il Milan ha speso oltre 400 milioni sul mercato per assistere a un decremento del fatturato e a una serie di fallimenti sportivi: non ha più partecipato alla Champions League, pur avendola sfiorata 6 mesi fa. In compenso il monte ingaggi è schizzato a 115 milioni di euro all’anno. Dall’altra parte l’Atalanta ha portato avanti il suo solito progetto dei giovani riuscendo a far crescere giocatori promettenti e a rivenderli a peso d’oro. Stavolta oltre ai risultati “economici” sono stati sorprendenti anche quelli sportivi. La Dea infatti si è qualificata all’ultima Champions League proprio a spese del Milan ed è riuscita addirittura a staccare il biglietto per gli ottavi, cosa che al Milan non riesce dal lontano 2013. A coronare la beffa le imprese europee dell’Atalanta hanno avuto come teatro proprio la parte “rossonera” di S. Siro che al Milan non serve più nelle notti di Coppa. Il tutto con un monte ingaggi di soli 36 milioni all’anno e con tante plusvalenze all’attivo. Tra queste, per ironia della sorte, spiccano Kessie e Conti, comprati dal Milan a peso d’oro nell’estate del 2016. Con i soldi incassati dalle loro cessioni Gasperini si è praticamente rifatto la squadra daccapo.
Negli ultimi 3 anni Milan e Atalanta sono i due volti opposti del calcio italiano: i rossoneri disastrosi dal punto di vista economico e sportivo, i bergamaschi eccellenti. La logica farebbe pensare che dopo questo triennio a logiche sovvertite sarebbe ora di tornare alla normalità. Ma purtroppo le avvisaglie per l’immediato futuro non suggeriscono questo. E allora accontentiamoci di bissare il successo dell’anno scorso in casa dell’Atalanta, se ci riusciamo. Sfruttando il fatto che la squadra di Gasperini sia ancora sulle nuvole dopo la qualificazione in Champions. Se 10 anni fa qualcuno avesse detto che tra Atalanta e Milan sarebbero stati i bergamaschi a distrarsi per l’Europa, più che Natale sarebbe sembrato Carnevale.