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    Milan, non basta lo scudetto dei bilanci: il modello Arsenal è la politica di chi si accontenta di partecipare

    Milan, non basta lo scudetto dei bilanci: il modello Arsenal è la politica di chi si accontenta di partecipare

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    La Juventus prende Vlahovic, 21 anni domani, dopo tre campionati e mezzo con la Fiorentina. L’Inter prende Gosens, 27 anni, dopo quattro campionati e mezzo con l’Atalanta. Il Milan, invece, prende Lazetic, 18 anni, promessa della Stella Rossa al debutto in serie A. Chi ha ragione? Se guardiamo alle cifre spese e al bilancio sicuramente il Milan, ma non ricordiamo nessun carosello dei tifosi per festeggiare i bilanci in ordine. I tifosi vogliono festeggiare le vittorie e i dirigenti dovrebbero pensare a vincere appunto, meglio se con i bilanci in ordine ovviamente. L’obiettivo dei dirigenti del Milan, invece, è soprattutto quello di ridurre le perdite, o meglio ancora presentare bilanci in pareggio, se non addirittura in attivo per poi cedere la società, guadagnando, a nuovi proprietari.

    Così si può comprendere la delusione dei tifosi milanisti che in queste ore non si sentono al secondo posto, sia pure alla pari con il Napoli che ha vinto a San Siro, ma molto più indietro in classifica rispetto a quelli delle altre squadre che si stanno rinforzando per vincere subito. La Juventus, in primo luogo, ha preso un grandissimo attaccante che non è una promessa, ma una certezza come lo fu Van Basten ai tempi d’oro, con un grande futuro davanti e non dietro le spalle come Ibrahimovic o lo stesso Giroud. Anche se non arrivasse al quarto posto, la Juventus con Vlahovic si è assicurata il miglior attaccante del campionato italiano per i prossimi dieci anni, dimostrando di voler tornare a vincere più in fretta possibile. L’Inter non si è addormentata sugli allori del suo scudetto (e mezzo), con l’aggiunta della Supercoppa italiana, e la certezza di essere arrivata almeno agli ottavi di Champions, e prendendo Gosens, in attesa di Caicedo, ha dimostrato di voler essere ancora più forte.

    Il Milan, invece, continua con la politica dei giovani a basso prezzo, delle eterne promesse che poi devono inserirsi gradualmente in un campionato che non conoscono, con tutte le incognite del caso. E’ la politica di chi si accontenta di partecipare, come l’Atalanta di Percassi che ha i bilanci a posto e partecipa appunto alla Champions ma non ha mai vinto nemmeno una coppa Italia e siccome non ha la storia gloriosa del Milan merita gli applausi di tutti. Più ancora dell’Atalanta, visto che Gazidis è il rappresentante operativo del fondo Elliott, il modello del Milan è la politica dell’Arsenal da cui proviene l’amministratore delegato rossonero. Malgrado il nuovo bellissimo stadio “Emirates”, che ha sostituito il vecchio “Highbury” e quindi i maggiori introiti, l’Arsenal non vince un campionato dal 2004 e il suo massimo traguardo europeo è stata la finale di Champions del 2006, persa contro il Barcellona.

    Se questo è il modello per creare una squadra vincente, fanno bene i tifosi rossoneri a lamentarsi. Perché sarà anche vero che questo non è più il Milan di Berlusconi, ma neppure l’Inter è più quella di Moratti, eppure Handanovic e compagni hanno vinto l’ultimo scudetto e due stagioni fa sono arrivati in finale di Europa League, pur giocando in uno stadio che non produce ricchezza e anche per questo rischia di essere abbattuto per far posto a un impianto più moderno, si spera con un’erba migliore. Nel frattempo, la Juventus festeggia Vlahovic. Mentre il Milan si deve accontentare di un altro serbo che finisce per ic.

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