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    Milan, nodo contropartite: sono pochi i jolly da usare sul mercato

    Milan, nodo contropartite: sono pochi i jolly da usare sul mercato

    • Luca Fazzini
    Originalità e inventiva. Sono le parole chiave che scandiscono, sulla falsa riga degli ultimi dodici mesi, questa sessione di mercato. Dove i soldi sono pochi, dove la necessità di rinforzarsi va di pari passo con quella di liberarsi di ingaggi pesanti e tagliare spese folli. Lo sa bene il Milan, che ha preferito non assecondare le richieste fuori mercato di Donnarumma e Calhanoglu. Una scelta netta, decisa, in linea con la chiara politica portata avanti da Elliott

    CERCASI JOLLY - Niente follie, dicevamo. Per i rinnovi, certo, ma anche per i nuovi acquisti. Si pensi all'affare De Paul, che il Milan ha realmente considerato. Contatti esplorativi con l'Udinese, raffreddatosi dopo la ferma richiesta friulana: 35 milioni di euro. Una cifra tutt'altro che irrilevante, che il Milan ha provato ad abbassare con l'inserimento di alcune contropartite tecniche, tra i motivi dietro la trattativa arenata. E da qui emerge una difficoltà di casa rossonera, i jolly da utilizzare come contropartite. In un mercato che necessita di formule e pacchetti originali, avere assi nella manica da potersi giocare in fase di contrattazione è un vantaggio non indifferente.

    OCCHIO AL BILANCIO, POBEGA L'ECCEZIONE - Le fiches, però, sono poche. Due di queste sono Andrea Conti e Mattia Caldara. Sul terzino c'è il Genoa, che osserva da vicino anche il difensore centrale, seguito pure da Cagliari e Verona. Ma non vanno mai dimenticate logiche ed esigenze di bilancio: Caldara, infatti, venne acquistato nel 2018 per 36 milioni di euro e non può essere svenduto troppo facilmente. Entrambi, inoltre, arrivano da stagioni deludenti e sottotono: difficile, dunque, poterli usare come reali risorse. In uscita c'è anche Samu Castillejo, ma le sue ambizioni - restare al Milan - cozzano con le idee del club, intenzionato a cederlo a titolo definitivo. Su di lui ci sono Betis Siviglia ed Espanyol. Discorso simile per Jens-Petter Hauge: il norvegese ha rifiutato l'approdo all'Udinese, intende giocarsi le proprie carte al Milan. Che, in questo caso, ha tra le mani un patrimonio importante anche per il futuro: pagato solo 6 milioni, darebbe la possibilità di registrare plusvalenza. Fino ai giovani, dove - salutati Brescianini (Monza) e Olzer (vicino al Brescia nell'affare Tonali) - solo Colombo e Daniel Maldini mostrano basi realmente interessanti, ma appaiono ancora troppo acerbi per un'avventura in Serie A. L'eccezione si chiama Tommaso Pobega, rientrato dal positivo prestito allo Spezia. Il suo futuro è ancora un rebus, il Milan ragiona. E progetta, con calma e senza fretta, alla ricerca delle formule (e degli incastri) giusti. 

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