Da che mondo è mondo, un allenatore è pagato per fare delle scelte, talvolta quelle più impopolari e, dopo anni di sostanziale immobilismo, la musica sembra essere cambiata anche al Milan. I suoi primi mesi alla guida della formazione rossonera hanno mostrato un Vincenzo Montella che, pur di raggiungere l'obiettivo che si è prefissato (il ritorno in Europa), non ha fatto sconti a nessuno, tornando a privilegiare la meritocrazia.

ABATE ANCORA FUORI - Largo dunque ai giovani e, dopo i vari Donnarumma, Romagnoli, Niang e Suso, è arrivato anche il momento di Davide Calabria, terzino classe '96 cresciuto nel vivaio del Milan in grado di giocare sia a destra che a sinistra e la cui recente esplosione ha messo seriamente in pericolo la titolarità di Ignazio Abate. Uno di quei componenti della rosa che, vuoi per l'assenza di concorrenti in grado di soffiargli il posto, vuoi per l'essere uno dei più esperti all'interno dello spogliatoio, risultava fino a poco tempo fa uno degli intoccabili.
DI MEZZO C'E' RAIOLA - Il campo però ha detto altro, che l'esterno campano non sta attraversando un buon momento di forma e che anche la sua presunta leadership nel gruppo (da vicecapitano) non si è fatta sentire nei momenti di maggiore difficoltà, quelli susseguenti ai ko con Napoli e Udinese e che hanno spinto Montella a cambiare registro nelle scelte di formazione. Legato al Milan fino a giugno 2019, Abate è uno dei calciatori rossoneri assistiti da Mino Raiola, insieme a Bonaventura e all'enfant prodige Donnarumma, sul quale il procuratore italo-olandese ha speso parole sibilline a proposito dell'imminente rinnovo ("Gigio merita una bella vetrina). Frasi alle quali l'allenatore ha prontamente risposto facendo intendere che il portiere classe '99 resterà a prescindere dalle provocazioni e dai tentativi di Raiola di giocare al rialzo sull'ingaggio. In questa serie di schermaglie, per il momento soltanto mediatiche, tra Raiola e Montella il primo a rimetterci è Abate, destinato alla panchina anche contro la Fiorentina.